Il Bonus Mamma partito in ritardo nel corso del 2024 è un’agevolazione contributiva che può aiutare le lavoratrici di 2 o più a far salire lo stipendio netto. Il tetto mensile (al lordo dell’Irpef) è di 250 euro.
Si tratta di una decontribuzione totale che spetta alle sole lavoratrici a tempo indeterminato. Con la Manovra 2024 che lo ha istituito il Governo ha tenuto fuori:
- le lavoratrici a tempo determinato (anche con 2 o più figli);
- le lavoratrici autonome;
- le lavoratrici domestiche (anche con contratto a tempo a tempo indeterminato).
Estensione alle lavoratrici autonome
Mentre le dipendenti con un contratto precario e le colf e badanti, restano alla finestra a guardare, si apre la possibilità che rientrino nel beneficio le lavoratrici autonome.
La notizia viene lanciata dalla versione on-line de Il Sole 24 Ore che parla di “indicazioni dei tecnici” governativi, che starebbero valutando la possibilità di utilizzare le risorse non spese dell’Assegno Unico e dell’Assegno di Inclusione per il 2024.
In particolare, si apprende, che dall’Assegno di Inclusione che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza sarebbero rimasti “2 miliardi di risparmi da un uso più limitato rispetto alle previsioni iniziali”.
Quando?
La decisione sull’estensione del Bonus Mamma alle autonome sarà presa nelle prossime settimane. In particolare entro la metà di settembre, quando il Governo dovrà chiudere il documento programmatico da inviare a Bruxelles.
Un altro nodo che dovranno sciogliere a Palazzo Chigi e dintorni è la conferma del Bonus per le lavoratrici con 2 figli. Per loro la misura è finanziata per il solo 2024. Si attende la conferma anche per il 2025.