Automotive: produttori cinesi, componentistica italiana. Confindustria e Sindacati d’accordo

Gli investitori cinesi del settore Automotive potrebbero arrivare ben presto in Italia. L’operazione va avanti da più di un anno e c’è l’ok di Confindustria e sindacati. A svelare i retroscena di quella che sembra essere una delle più grandi operazioni economiche e finanziarie degli ultimi tempi è il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.

Intervistato dal quotidiano Milano Finanza, in edicola il 31 agosto, il titolare del Mimit ammette di guardare con preoccupazione al calo degli investimenti di Stellantis in Italia.

Il Governo ha mantenuto i suoi due impegni (rimozione regolamento Euro 7 e piano incentivi improntato sull’auto italiana) mentre Stellantis no. “Mi aspetto che John Elkann si faccia sentire”, aggiunge, guardando al lato italiano dei socie di Stellantis. 

Produttori cinesi, componentistica italiana

I cinesi potrebbero presto venire a produrre in Italia. Non solo Dongfeng, colosso controllato dal Governo cinese, ma anche altre 3 case cinesi. “Ci può dare qualche indizio in più?”, domanda il giornalista di MF.

“Ci stiamo lavorando – spiega Urso – da oltre un anno con costanza e serietà avendo compreso, prima di altri, che nella nuova condizione di mercato le case automobilistiche cinesi dovranno insediarsi in Europa per produrre i veicoli e non per assemblare componenti. Ai nostri incontri ha sempre partecipato un rappresentante dell’Anfia, l’Associazione nazionale della filiera dell’industria automobilistica, a garanzia della componentistica e quindi delle imprese e del lavoro italiano. In questa partita, sindacati e Confindustria sono con noi”.

Dunque secondo quanto rivelato dal Ministro il piano intende salvaguardare la produzione e la manodopera specializzata italiana, specie l’indotto di tutta la componentistica e servizi. Per cui i cinesi verrebbero a produrre sul nostro territorio a patto che si riforniscano dalle aziende metalmeccaniche italiane.