Caporalato, multe fino a 5.500€ e Assegno di Inclusione ai Braccianti

braccianti agricoli

Multe fino a 5.500 euro a lavoratore straniero per il datore di lavoro che costringe i propri braccianti ad alloggiare in maniera non dignitosa.

Lo prevede il decreto legge approvato il 4 settembre scorso a modifica del Testo unico dell’immigrazione, nella parte relativa al lavoro stagionale, e che arriva dopo una serie di rilievi sollevati dalla Commissione europea.

Misure per contrastare il caporalato

Il Governo sta studiando – e mettendo in pratica – varie misure per combattere il fenomeno del caporalato. È partito con la decisione di estendere l’Assegno di Inclusione a chi denuncia lo sfruttamento, come annunciato lo scorso agosto dalla Ministra del Lavoro Calderone.

Tutto pur di combattere questa piaga. Durante l’estate il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale hanno effettuato un servizio congiunto di vigilanza straordinaria. Su 109 aziende ispezionate nelle province di Mantova, Modena, Latina, Caserta e Foggia, ben 62 presentavano delle irregolarità: il 56,9%.

Una situazione drammatica, che ha portato il Governo a emanare una nuova norma per punire gli imprenditori che costringono i propri braccianti a vivere in condizioni non dignitose.

Braccianti nelle baraccopoli

La norma approvata modifica il Testo unico dell’immigrazione, nella parte relativa al lavoro stagionale e introduce una stretta contro il fenomeno del caporalato, diffuso a macchia d’olio su tutto il territorio italiano.

Il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri mercoledì 4 settembre (“schema di decreto legge recante disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano”) prevede delle multe per il datore di lavoro che mette a disposizione del lavoratore straniero un alloggio privo di idoneità alloggiativa o a un canone eccessivo rispetto alla qualità dell’alloggio e alla retribuzione. Il canone è da ritenersi sempre eccessivo quando è superiore a un terzo della retribuzione.

Non solo: la sanzione pecuniaria è prevista anche nel caso in cui lo stesso datore trattenga l’importo del canone di affitto direttamente dalla retribuzione del lavoratore.

Le multe sono salate: si va da un minimo di 350 euro a un massimo 5.500 euro per ciascun lavoratore straniero costretto a vivere nelle baraccopoli.