TFR prelevato dalle Buste Paga: ecco come funziona il silenzio-assenso

Calderone

Trattamento di Fine Rapporto, dal 2025 con il rilancio del meccanismo del silenzio-assenso potrebbe finire fuori dalle buste paga dei lavoratori. Non c’è ancora una norma che da il via libera all’impegno, ma presto arriverà, all’interno della Manovra di Bilancio che stanno preparando i tecnici governativi.

La conferma arriva dalla Ministra del Lavoro Marina Calderone che intervistata, ieri, da Radio 24 ha dichiarato:«Sono assolutamente d’accordo su un nuovo semestre di silenzio-assenso per il versamento del Tfr nei fondi pensione».

L’obiettivo politico è proprio questo: rafforzare i fondi pensioni della previdenza integrativa in modo che i lavoratori, specie i più giovani, possano avere in futuro un assegno più dignitoso. Quale sommatoria tra l’assegno Inps e quello della previdenza privata. Si parla dei più giovani, come gli under 35, ma la misura sarà rivolta a tutti. Anche al di sopra di questa fascia di età ci sono ancora moltissimi lavoratori che non hanno optato per dirottare il TFR verso i fondi complementari.

Silenzio-Assenso, come funziona?

La ministra pensa ad un sistema del silenzio-assenso, come quello attivato nel con il decreto legislativo n. 252/2005. In quel caso dal 1° gennaio al 30 giugno 2007 tutti i lavoratori, ad esclusione dei lavoratori domestici e dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, erano stati chiamati ad esprimere la propria volontà circa la destinazione del TFR maturando. Si poteva decidere di aderire in maniera esplicita, in questo caso il lavoratore sceglieva il fondo, o tacita (silenzio assenso), facendo conferire il TFR maturando al fondo pensione previsto dai contratti e accordi collettivi nazionali o territoriali applicati in azienda, salvo diverso accordo collettivo aziendale che può individuare una diversa forma pensionistica di destinazione. I fondi pensioni più noti sono FON.TE. per i lavoratori del terziario, commercio, servizi, COMETA, per i lavoratori metalmeccanici, ecc.

In tutti i casi, il TFR maturato fino al momento della scelta non veniva destinato alla previdenza complementare. Rimaneva l’obbligo di liquidarlo al momento dell’interruzione del rapporto di lavoro, comprensivo delle rivalutazioni dovute in base alla legge.

A differenza dell’esperienza del 2007, quella che potrebbe essere varata ora dal Governo potrebbe essere una riforma che prevede il conferimento del solo 25% del TFR maturando.

Da quando scatterà il silenzio-assenso?

Al momento non ci sono indicazioni in merito, ma se si pensa di replicare l’esperienza del 2007 è evidente che occorrerà dare del tempo ai lavoratori di conoscere la problematica. Anche la ministra Calderone ha sottolineato come sia importante, in tal senso, «una nuova campagna di sensibilizzazione sulla previdenza complementare». «Bisogna far cambiare la mentalità ai lavoratori».