A dicembre i lavoratori con un reddito entro i 28 mila euro potrebbero ricevere 100 euro in più. Il Bonus doveva arrivare a gennaio, ma grazie a un emendamento del Governo la misura riuscirà a essere anticipata al 2024.
Questa è già di per sé una buona notizia. L’altra è che non servirà l’ISEE per accedervi. Ma sono comunque previste delle limitazioni.
Bonus 100 euro pagato con la tredicesima
Nella versione originale, il Bonus sarebbe dovuto essere di 100 euro lordi. Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, invece, ha recentemente annunciato che i 100 euro saranno netti e che arriveranno a dicembre insieme alla tredicesima mensilità.
La tredicesima viene pagata a dicembre in due diverse modalità:
- o con un cedolino a parte, il 13° dell’anno appunto;
- o unitamente al cedolino della mensilità di dicembre.
Pertanto, solo i lavoratori e le lavoratrici dipendenti riceveranno il contributo. Attenzione però, perché non spetta a tutti. Per finanziarlo il Governo ha dovuto stanziare dei fondi aggiuntivi. Ha quindi imposto dei limiti ben precisi per restringere la platea dei beneficiari.
Spetta solo alle famiglie
A essere privilegiate saranno le famiglie in difficoltà economica. Nella versione già approvata dal Governo nel decreto fiscale, infatti, il bonus da 100 euro viene concesso esclusivamente ai nuclei familiari con un reddito non superiore ai 28.000 euro annui.
Non occorrerà quindi presentare l’ISEE per accedere al bonus, e non servirà nemmeno presentare la domanda. Proprio come il trattamento integrativo Irpef (anch’esso pari a 100 euro mensili), il beneficio arriverà ai dipendenti direttamente nel cedolino paga con la tredicesima. L’unica dichiarazione che potrebbe servire è un’autocertificazione da presentare al datore di lavoro in cui si attesta di rispettare i requisiti.
Oltre al requisito reddituale, servono anche dei requisiti “familiari”. Per beneficiare del bonus da 100 euro serve infatti:
- o avere almeno un figlio e un coniuge a carico;
- o far parte di un nucleo monogenitoriale con un figlio a carico;
- o essere madre con figlio non riconosciuto, non coniugata oppure separata.
Ad oggi dunque rimarrebbero esclusi i pensionati, le coppie senza figli, i dipendenti non coniugati, anche se disabili, i disoccupati, ecc. Ai quali si sommano tutti quelli che non svolgono un lavoro da dipendente, come gli autonomi con e senza partita IVA.