E’ ripartita il 19 settembre la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro della Metalmeccanica industria. Al centro della discussione la richiesta dei sindacati di adeguare i minimi retributivi di 280 euro e ulteriori richieste sul fronte economico e dei diritti.
Dopo l’incontro romano, che si è tenuto nelle aule dell’università Roma tre, sindacati e Federmeccanica hanno diramato ognuno il proprio comunicato stampa.
Le due notizie principali sono che il negoziato riprenderà il 10 ottobre e che in quella sede gli Industriali presenteranno un pacchetto di proposte per il rinnovo. Alcune anticipazioni emergono chiaramente dalla nota stampa di Federmeccanica.
Conferma salario di garanzia legato all’IPCA
Uno degli elemento portanti della proposta degli Industriali è la conferma del salario di garanzia legato all’indice IPCA NEI, con verifica e allineamento fatti ex post. Cioè l’anno seguente, perchè viene preso a riferimento il dato consolidato. Si tratta di una parziale buona notizia per i lavoratori perchè se è vero che tra giugno 2023 e giugno 2024 in busta paga si sono visti incrementi medi di 250 euro, non si può trascurare che l’IPCA di riferimento era alta.
La preoccupazione dei sindacati sta in un abbassamento dell’IPCA (per riduzione del costo della vita) che potrebbe per il triennio 2024-2027 portare ad un aumento dei salari non adeguato. Ecco perchè puntano ad ottenere un incremento di 280 euro sul rinnovo del CCNL. Per ‘sterilizzare’ l’eventuale effetto al ribasso dei dati IPCA, come d’altronde ha anticipato lo stesso ISTAT.
Salario di produttività solo nelle aziende dove c’è marginalità
Federmeccanica ha confermato che la risposta sul fronte salariale non può essere solo attraverso il rinnovo del CCNL. C’è il salario nazionale ma anche il salario di produttività che può essere previsto nelle aziende che sono in grado di redistribuire ricchezza. Gli Industriali hanno confermato che non esiste una situazione omogenea per tutta la filiera:
“non va preso a riferimento il valore complessivo dell’intero Settore, che non può essere considerato come un’unica grandissima azienda con un bilancio consolidato”.
La ricchezza, nei contesti aziendali dove è prodotta, può essere ridistribuita “se adegua e crescente”, tenendo presente che i costi non hanno sempre lo stesso impatto nelle aziende.
Tutavia, Federmeccanica si rende disponibile a valutare con il sindacato “le modalità più efficaci per applicare in tutte le aziende il collegamento tra salari e produttività“.
Settimana corta a 35 ore
I sindacati chiedono di ridurre la settimana lavorativa a 35 ore a parità di salario. Gli industriali hanno già detto che la strada è l’utilizzo dei PAR e la sua possibile attuazione a livello aziendale. E la conferma si trova anche nel documento del 19 settembre che tenta di affrontare il tema posto dai sindacati di dare più tempo ai lavoratori per sé stessi, per la propria famiglia.
Sarà quindi interessante capire cosa prevederà il CCNL “rendere l’esistente forma di riduzione orario (PAR) più funzionale ai bisogni di persone e imprese”.