Assegno Unico, anche a settembre INPS prosegue con la sua operazione di recupero di eventuali somme erogate erroneamente in passato. Pertanto, una parte dei beneficiari della prestazione riconosciuta a chi ha figli a carico potrebbe avere delle brutte sorprese.
Se deve recuperare delle somme, infatti, l’Istituto effettua dei tagli sull’Assegno Unico. Anche sostanziosi, se l’importo da recuperare è alto. Vediamo meglio.
Conguagli Assegno Unico
Da quando l’Assegno Unico è in vigore (marzo 2022) a ora INPS potrebbe non aver riconosciuto delle somme spettanti. Allo stesso modo, potrebbe aver erroneamente erogato delle somme in più. Nel primo caso si tratta di conguagli a credito e perciò di somme che il beneficiario deve avere da INPS. Nel secondo caso, al contrario, di conguagli a debito e quindi di somme che l’Istituto Previdenziale deve riavere dal percettore.
Ciò che desta preoccupazione nei percettori è ovviamente il conguaglio a debito, perché è quello che fa calare l’importo in pagamento. Per riavere quanto gli spetta, infatti, INPS effettua delle trattenute sull’Assegno Unico finché non avrà recuperato l’intera somma.
Nel calcolo dell’importo da pagare, il conguaglio a debito figura così:
In questo caso, la somma che INPS recupererà è pari a 329,60 euro. L’Assegno Unico di settembre subirà quindi un taglio corrispondente. Naturalmente non tutti i beneficiari incapperanno in una decurtazione così importante. Per qualcuno sarà più bassa, coloro che invece hanno un conguaglio a credito riceveranno una somma aggiuntiva.
Tutto dipende infatti da quali sono le motivazioni che hanno portato INPS a fare un ricalcolo dell’importo spettante. Se l’ISEE familiare è aumentato, per esempio, l’importo da pagare cala. Ma al contrario se è diminuito l’ISEE allora l’Assegno Unico cresce. Anche il raggiungimento della maggiore età di un figlio a carico comporta la diminuzione dell’Assegno Unico, perché l’importo cala. Si passa da un massimo di 199,4 euro per un figlio minorenne a un massimo di 96,9 euro per un figlio maggiorenne (il massimo lo si ottiene se l’ISEE non supera i 17.090,61 euro). Tali importi valgono solo per il 2024: ogni anno infatti vengono rivalutati all’inflazione.
Recupero a rate in questi casi
Se il debito che il beneficiario ha nei confronti dell’Istituto è molto alto, INPS non lo recupera in un’unica soluzione ma a rate. La precisazione arriva da un messaggio INPS del maggio scorso, che recita:
“La trattenuta teorica massima viene effettuata nei limiti del quinto dell’importo della mensilità individuata e non è operata se l’importo totale da recuperare è inferiore o pari a 12 euro.”
In pratica, a settembre INPS potrà effettuare dei tagli fino al 20% dell’importo dell’Assegno Unico se la famiglia beneficiaria della prestazione ha dei conguagli a debito nei confronti dell’Istituto. Le trattenute continueranno fino a quando il debito non sarà interamente saldato. Chiude un occhio, invece, se i crediti non superano i 12 euro.