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Buoni Pasto e Indennità spettano anche durante le Ferie: nuova conferma in Cassazione

E’ uscita una nuova ordinanza della Corte di Cassazione che riconosce il diritto del lavoratore alle indennità di mansione/ruolo e ora anche ai buoni pasto, durante il periodo feriale. Un pronunciamento destinato a far discutere e a destabilizzare le relazioni di lavoro per il contenzioso che potrebbe alimentare.

Lo stipendio durante le Ferie non può cambiare

La retribuzione del lavoratore durante le ferie non può essere diversa da quella percepita dal periodo lavorato. E’ questo il principio, già espresso dalla Corte di Cassazione e ripreso nella recente ordinanza n. 25840 del 27.09.2024.

Il cedolino paga in corrispondenza delle giornate di ferie non può escludere l’erogazione dei buoni pasto e le indennità, voci economiche continuative che devono essere corrisposte anche nei periodi in cui il lavoratore non è in servizio.

Il pronunciamento nasce da una vertenza animata da un dipendente della Regione Campania che al termine del rapporto di lavoro ha fatto causa al datore di lavoro per ottenere le differenze retributive relative al periodo delle ferie godute nell’intervallo temporale 2016-2021.

I cedolini paga di questi periodi mancavano di due voci normalmente corrisposte:

  • buoni pasto,
  • indennità compensativa,
  • indennità perequativa.

Il principio è stabilito dalla Corte di Giustizia Europea

La Cassazione – nel confermare la pronuncia di merito – rileva che la retribuzione dovuta nel periodo di godimento delle ferie annuali, per come

Secondo un consolidato orientamento dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (a partire dalla sentenza Robinson Steele del 2006) la retribuzione dovuta per il periodo di godimento delle ferie annuali deve comprendere qualsiasi importo pecuniario che si pone in rapporto di collegamento all’esecuzione delle mansioni ed è correlato allo status personale e professionale del lavoratore.

Una lettura diversa, dicono i giudici europei, spingerebbe i lavoratori a rinunciare al periodo feriale per non vedersi abbassata la retribuzione abituale e ad abbassare il livello di salute e sicurezza.

“Qualsiasi incentivo o sollecitazione che risulti volta ad indurre i dipendenti a rinunciare alle ferie – si legge nel dispositivo – è infatti incompatibile con gli obiettivi del legislatore europeo che si propone di assicurare ai lavoratori il beneficio di un riposo effettivo, anche per un’efficace tutela della loro salute e sicurezza (cfr in questo senso anche la recente C.G.U.E. del 13-1-2022 nella causa C-514/20)”.

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