Tutti gli insegnanti hanno diritto alla carta del docente, a prescindere dal loro tipo di contratto. Limitare la carta ai soli docenti di ruolo, infatti, lede non solo gli stessi insegnanti ma crea un danno anche agli studenti.
Lo ha stabilito il Tribunale di Ivrea (TO) con la sentenza n. 511/2024.
Chi ha diritto alla Carta del Docente
La Carta del Docente è stata introdotta dal Governo Renzi con una funziona precisa, ossia quella di aiutare gli insegnanti negli acquisti ai fini didattici: riviste, libri, ingressi ai musei, biglietti per il teatro, ecc.
Inizialmente, potevano beneficiarne solo gli insegnanti assunti a tempo indeterminato. Una limitazione, questa, priva di ogni logica visto che anche i precari, proprio come i colleghi di ruolo, hanno il diritto a formarsi e ad acquistare il materiale didattico utile alla loro attività.
Il Decreto Infrazioni ha quindi esteso la carta del docente, durante l’anno scolastico 2024-2025, anche agli insegnanti con supplenza al 31 agosto 2024. Escludendo i supplenti al 30 giugno 2024 e quelli saltuari e brevi.
Una recente sentenza ha però rimescolato le carte in tavola.
Spetta ai supplenti brevi e saltuari? La sentenza
Nella sentenza n. 511/2024, il Tribunale di Ivrea ha stabilito che anche i supplenti brevi e saltuari hanno diritto alla carta del docente. Eventualmente, laddove abbiano prestato servizio in passato, anche degli arretrati.
Non riconoscere la carta ai supplenti al 30 giugno, infatti, creerebbe un danno non solo ai docenti stessi, ma anche agli studenti che vedrebbero leso il loro diritto alla formazione. Danno reso palese dalla mancata erogazione di uno strumento che possa supportare le attività volte alla loro formazione.
L’esclusione dei docenti precari, infatti, si legge nella sentenza, «si pone in contrasto con la clausola 4, punto 1, dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999, allegato alla direttiva 1999/70/CE, che sancisce il principio di parità di trattamento tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato, così come riconosciuto dalla Corte di Giustizia».
Nel caso giudicato dal Tribunale di Ivrea, all’insegnante precario che ha svolto supplenze brevi e saltuarie dal 2020 al 2024 deve essere riconosciuta la carta del docente per gli anni scolastici 2020/2021, 2021/2022, 2022/2023 e 2023/2024. Considerando che in tutti questi quattro anni la carta aveva un valore pari a 500 euro (dall’a.s. 2024/2025 sarà più basso), il docente in questione ha diritto a ricevere un importo pari a 2.000 euro di arretrati.
Il parere dei giudici è chiaro. Adesso sta al Ministero dell’Istruzione intervenire con una norma per fare chiarezza.