HomeCronaca sindacaleAumenti salariali spostati di 6 mesi, per i Metalmeccanici perdita da 800€

Aumenti salariali spostati di 6 mesi, per i Metalmeccanici perdita da 800€

La proposta economica avanzata da Federmeccanica ai sindacati Fiom-Fiom-Uilm è un “ostacolo al rinnovo del CCNL”. Ha sintetizzato così il Segretario Generale Fiom-Cgil Michele De Palma, commentando l’ultima riunione sindacale tenutasi a Roma.

Il nodo principale sta, neanche a dirla sulla parte economica. Gli industriali propongono un rinnovo “senza aumenti”, cioè di firma l’accordo affidando tutto solo all’indice inflattivo, senza dare certezze ai lavoratori. Offerta improponibile, secondo i sindacati.

Tanto più se aggiunta a due proposte che suonano come “un pugno in occhio”.

Aumenti da dicembre e non più da giugno

La prima proposta è di spostare gli aumenti legati all’IPCA NEI dal mese di giugno, di ciascun anno, al mese di dicembre. Tradotto: mentre fino ad oggi il sistema voluto dalle parti sociali prevede l’adeguamento dei minimi a giugno di ogni anno, gli industriali chiedono di posticiparlo a dicembre.

Lo slittamento si determinerebbe solo se lo scostamento tra previsione e consuntivo dell’IPCA NEI gli adeguamenti risultasse superiore di 1 punto percentuale rispetto a quanto stimato.

Uno spostamento in avanti di 6 mesi che produrrebbe una perdita salariale poco superiore agli 800 euro (precisamente 825 euro) se si considera un aumento come quello visto nel mese di giugno 2024, di 137,52 euro al livello C2.

Questo spiega il no “secco” del sindacato ad uno proposta che sembra fatta apposta per proclamare uno sciopero nazionale.

Premio CCNL a 700€ ma solo ad una condizione

L’altra proposta che “promette” di depauperare i metalmeccanici riguarda l’elemento di garanzia retributiva (E.G.R.), erogato una volta l’anno alle sole aziende che non hanno un premio aziendale. A conti fatti si tratta della maggior parte delle aziende.

Federmeccanica e Assistal propongono di far salire l’attuale importo di 485 euro a 700 euro annui ma solo ad una condizione. Ecco quando dichiarato dal Direttore Generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, al Giornale di Brescia:

“se ci fosse anche solo una azienda in difficoltà, noi non ce la sentiamo di buttarla giù dalla rupe. Per questo la nostra idea è quella di legare gli aumenti, fatta salva l’inflazione, alle aziende che hanno un rapporto tra margine operativo lordo e fatturato superiore al 10%: perchè chi produce ricchezza deve redistribuirla, ma chi sta facendo fatica non può essere ulteriormente affossato”.

Quindi chi dentro e chi fuori. Se le aziende avranno un rapporto tra MOL e fatturato superiore del 10% (incrementale rispetto all’anno precedente) pagheranno i 700 euro annui, altrimenti no.

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