Arretrati Bonus Meloni, la soppressione del bonus contributivo per i redditi superiori a 20 mila euro, è molto conveniente percepire gli arretrati in ritardo. In questo modo il bonus non viene perso e, se viene corrisposto nell’anno successivo a quello di competenza – a gennaio anziché a dicembre – non vengono calcolate addirittura le addizionali.
Faremo un esempio con protagoniste due insegnanti: Tiziana e Stefania.
Arretrati: il paradosso dell’insegnante sfortunato
Tiziana e Stefania sono due insegnanti di Scuola Secondaria. Hanno la medesima anzianità e il medesimo trattamento economico.
Entrambe sono inquadrate nella fascia 9-14 e il loro stipendio mensile lordo è così composto
Le insegnanti lavorano in due scuole diverse, ma sono molto amiche e, confidandosi a vicenda, decidono entrambe di usufruire la possibilità di fare tre ore eccedenti nell’anno scolastico 2024-2025.
La segreteria della Scuola di Tiziana è molto efficiente perché non ha avuto cambi di personale in segreteria e trasmette subito il contratto delle tre ore eccedenti alla Ragioneria Territoriale dello Stato per l’applicazione.
Non essendo assoggettato a controllo preventivo, la RTS provvede immediatamente all’inserimento delle ore eccedenti nello stipendio.
Lo stipendio complessivo di Tiziana, già dal mese di settembre 2024 varia così:
La Scuola di Stefania, invece, ha cambiato tutto il personale e fa più fatica a smaltire le pratiche, tanto che solo a dicembre Stefania riesce ad ottenere il pagamento delle tre ore eccedenti e degli arretrati dei tre mesi precedenti.
Lo stipendio di dicembre di Stefania è pertanto così composto:
Con il “bonus Meloni” meglio prendere gli arretrati più tardi
Stefania è convinta di essere sfortunata perché ha visto pagate le ore eccedenti con tre mesi di ritardo rispetto alla collega.
Dopo aver confrontato i cedolini le due insegnanti si accorgono che le parti devono essere invertite:
per ben tre mesi Stefania, con uno stipendio inferiore a 2.692 euro ha percepito il taglio del cuneo fiscale (bonus Meloni) per un totale complessivo di 432,41 euro che Tiziana non ha percepito in quanto l’imponibile previdenziale ha superato i 2.692 euro già a partire da settembre.
Il taglio del cuneo fiscale, infatti, viene erogato in base all’imponibile previdenziale mensile come previsto dalla messaggio INPS 1932 del 24 maggio 2023.
Al contrario del conguaglio fiscale, con il quale tutti, a parità di reddito, paghiamo le medesime imposte, con il taglio del cuneo fiscale viene avvantaggiato chi prende i soldi in ritardo rivelandosi una misura, se non iniqua, certamente non equa.