Dal 2025 solo i figli sotto i 30 anni saranno considerati a carico. La Legge di Bilancio 2025, infatti, introduce un limite anagrafico massimo che finora non c’era.
Ciò comporta delle inevitabili conseguenze sulle detrazioni per i figli a carico.
Detrazioni per figli a carico: come cambiano
A marzo 2022 è entrato in vigore l’Assegno Unico Universale per i figli a carico. Questo spetta per i figli a carico fino a 21 anni d’età e ha inglobato quasi tutte le prestazioni riconosciute per i figli.
Anche le detrazioni, che da allora infatti interessano solo i figli dai 21 anni in su. Fino al 31 dicembre prossimo, qualsiasi figlio dai 21 anni in su (escluso dall’applicazione dell’assegno unico) consente il riconoscimento della detrazione ai rispettivi genitori.
Dal prossimo anno ci sarà anche un limite massimo, oltre che uno minimo: dal 1° gennaio 2025 daranno diritto alla detrazione solo i figli di età pari o superiore a 21 anni e inferiore a 30.
Resta invece invariato il limite reddituale annuo per essere considerati fiscalmente a carico: 2.840,51 euro, elevato a 4 mila euro per i figli entro i a 24 anni.
Sono esclusi dal nuovo limite anagrafico i figli affetti da disabilità. Questi, infatti, continueranno a godere delle detrazioni anche passati i 30 anni. Così facendo, i figli disabili torneranno a essere beneficiari di un trattamento migliorativo.
Familiari diversi dai figli
Anche le detrazioni per i familiari a carico diversi dai figli subiranno delle modifiche nel 2025. Dal prossimo anno, infatti, la detrazione spetterà, sempre in misura ripartita tra gli aventi diritto, solo ai familiari ascendenti conviventi con il contribuente. Ovviamente, a patto che siano fiscalmente a carico.
Spetteranno quindi per genitori, nonni e bisnonni. Rimangono fuori generi e nuore, suoceri, fratelli e sorelle conviventi o percettori di assegni alimentari non disposti dal giudice.
Infine, dal 2025 i contribuenti stranieri residenti fiscalmente in Italia non avranno più diritto alla detrazione per i genitori e figli (fiscalmente a carico) residenti all’estero, riconosciuto invece fino a quest’anno.