HomeEvidenzaBonus Mamma, da gennaio scompare dalle Buste paga. Importi azzerati

Bonus Mamma, da gennaio scompare dalle Buste paga. Importi azzerati

Il Bonus Mamma, ossia la decontribuzione per le madri che lavorano, è stato confermato anche nel 2025. Tuttavia, nei primi mesi dell’anno le lavoratrici non lo avranno nel cedolino paga, facendo scendere lo stipendio netto delle dipendenti del settore privato e dei comparti pubblici.

Il rischio, infatti, è che il decreto attuativo non venga emesso per tempo. Ma vediamo i dettagli.

Quali lavoratrici possono avere il Bonus Mamma

Le lavoratrici dipendenti e autonome che percepiscono un reddito anche il prossimo anno potranno godere di un parziale esonero contributivo della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti, a carico del lavoratore.

Dovranno essere madri di almeno due figli e l’esonero contributivo spetta fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.

La prima novità rispetto al 2024 sta nel fatto che nel 2025 anche le lavoratrici autonome, inizialmente escluse, potranno beneficiare del Bonus Mamma. Restano fuori invece le lavoratrici domestiche.

La seconda novità invece riguarda l’ammontare del bonus. Fino a quest’anno, infatti, la decontribuzione era totale. Dal 2025, invece, l’esonero contributivo sarà parziale. Se fino a quest’anno il beneficio raggiungeva quindi i 3.000 euro annui, dal prossimo anno scenderà. È lo stesso DDL di Bilancio a specificarlo.

Perché c’è il rischio di non averlo a gennaio?

Per sapere a quanto ammonterà il bonus mamma e le modalità di riconoscimento bisogna aspettare il decreto attuativo del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, emesso di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.

Il DDL di Bilancio specifica che il decreto andrà adottato entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge stessa. Considerando che la Legge di Bilancio 2025 entrerà in vigore il 1° gennaio 2025, i ministeri dovranno emettere il decreto entro il 31 gennaio. Tuttavia, raramente tali tempistiche vengono rispettate. È più facile che il decreto arrivi tra marzo e aprile.

Pertanto, il rischio che a gennaio nessuna madre lavoratrice possa beneficiare del bonus mamma è alto. Nessun datore infatti concederà l’esonero contributivo senza un decreto che ne illustri le modalità di applicazione. Se così fosse, l’aumento dovuto al bonus (pari a 250 euro mensili) sparirebbe dalla busta. Salvo poi recuperare l’esonero dovuto più in avanti, anche per le mensilità a partire da gennaio.

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