È stata siglata il 6 novembre 2024 l’ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro – Comparto Funzioni Centrali, per il triennio 2022/2024. E’ il primo comparto ad avere il rinnovo per questo triennalità.
Tra i punti fondamentali e cari ai sindacati firmatati c’è l’erogazione dei buoni pasto. Ai dipendenti della presidenza del Consiglio questi sono concessi anche durante i giorni lavorati da casa, mentre alla maggior parte dei dipendenti dei ministeri no. Almeno finora.
Buoni pasto in Smart-working: la novità
Ristabilire la parità tra i dipendenti della Presidenza del Consiglio e gli altri lavoratori dei ministeri è un punto prioritario per i sindacati. Parità che si ottiene anche passando dai buoni pasto: i primi, infatti, li ricevono anche per i giorni di smart-working, i secondi no.
Su questa scia, nell’ipotesi di CCNL firmata in queste ore compare una novità importante:
“Ai fini dell’erogazione del buono pasto le ore di lavoro convenzionali della giornata di lavoro resa in modalità agile sono pari alle ore di lavoro ordinarie che il dipendente avrebbe svolto per la medesima giornata se avesse reso la prestazione in presenza”.
Anche agli altri ministeriali, ai dipendenti degli enti non economici e agenzie fiscali, verranno quindi riconosciuti i buoni pasto per i giorni lavorati in modalità agile. Allo stesso modo ne godranno anche i dipendenti degli enti economici, come Inps e Inail, e delle agenzie fiscali.
Usb Pubblico Impiego si oppone
C’è però chi storce il naso. Secondo Usb Pubblico Impiego, che insieme a Fp-Cgil e Uilpa non ha firmato il rinnovo, l’erogazione dei buoni pasto per i giorni lavorati da casa rappresenterebbe solo un “contentino” per convincere le altre sigle sindacali a siglare l’accordo.
Inoltre, il loro valore, pari a 7 euro, sarebbe totalmente inadeguato a coprire i reali costi di un pasto fuori casa che si aggirano intorno ai 14 euro. “Forse bastano per un panino, ma non certamente per un piatto di pasta“, ha tuonato il sindacato, che sulla sua pagina scrive:
“L’introduzione della settimana su 4 giorni, il buono pasto per chi lavora in smart o le due ore in più di permesso per visite, terapie agli over 60, sul piatto della bilancia pesano poco o niente a fronte di “aumenti” salariali totalmente insufficienti, della mancata rivalutazione dei buoni pasto, del mancato rifinanziamento della norma di prima applicazione, della mancata dovuta attenzione ai neoassunti.“
Foto Credits: Confesercenti Liguria