Contratto Statali: per la prima volta nella storia dei rinnovi contrattuali, assisteremo ad un rinnovo economico che non prevede l’erogazione di arretrati relativi a due annualità:
- 2022
- 2023
La questione, non di scarso rilievo viste le cifre economiche in ballo, è stata anche al centro del dibattito animato durante l’Assemblea Nazionale Fp Cgil e UILPA sull’ipotesi di rinnovo CCNL 2022/2024, del 13 novembre scorso (GUARDA IL VIDEO CLICCANDO QUI). Le due sigle sindacali che non hanno firmato l’accordo per il rinnovo.
Contratto Statali: nessun arretrato maturato per gli anni 2022 e 2023
Il contratto collettivo dei dipendenti del comparto Funzioni Centrali firmato a inizio novembre ha validità triennale: dal 2022 al 2024. Gli anni 2022 e 2023 non produrranno arretrati in quanto – per questo lungo periodo – i Governi hanno stanziato la sola Indennità di vacanza contrattuale (IVC).
In particolare, per l’anno 2022 il Governo Draghi ha stanziato un aumento dello 0,30% a partire dal mese di aprile e dello 0,50% da luglio.
Per l’anno 2023 il Governo Meloni ha stanziato solamente un assegno temporaneo pari all’1,5% dello stipendio che non poteva essere oggetto di contrattazione.
Solamente dal 2024 il Governo ha stanziato 3 milioni di euro (anticipo IVC di dicembre 2023) e 5 milioni di euro dal 1° gennaio 2024 che però non possono essere pagati prima del mese di gennaio 2025.
Gli arretrati pertanto sono dovuti solo per l’anno 2024 al netto dell’Indennità Vacanza Contrattuale già percepita e dell’acconto contratto percepito a dicembre 2023. Per conoscere gli importi netti degli Arretrati in arrivo clicca qui.
Contratto Statali: il problema dell’acconto 2024 percepito a dicembre 2023
Per la prima volta nella storia dei contratti pubblici, sorge un problema inedito. Tutti coloro che sono andati in pensione nel corso del 2024, avendo percepito l’acconto per l’intero anno a dicembre, andranno a debito.
Il problema non è stato affrontato in sede di stipula del contratto in quanto l’erogazione era stata decisa dal Governo con il Decreto anticipi del 18 ottobre 2023.
Ancora non è possibile conoscere le modalità con le quali avverrà il recupero.
Il contratto è stato firmato solo dalla CISL e dai sindacati autonomi
Il contratto è stato firmato con una maggioranza del 54% solo da CISL FP e dei sindacati autonomi, mentre CGIL e UIL hanno trovato inadeguati gli aumenti difronte a rialzi inflattivi, nelle annualità di riferimento, che si aggira intorno al 17%.
Prima della sottoscrizione definitiva il contratto deve essere vistato dalla Corte dei Conti e solamente dopo la firma potrà essere sottoscritto.