L’erogazione dei buoni pasto per Docenti e ATA non è stata mai scartata dal contratto collettivo nazionale di lavoro Istruzione e Ricerca. Lo precisa il Segretario Nazionale Attilio Varengo duranta l’Assemblea Nazionale del Personale ATA, tenuta oggi, per due ore durante il servizio.
Durante il dibattito alcuni ATA collegati durante le diretta streming hanno chiesto un chiarimento sull’esclusione del personale scolastico dalla distribuzione dei buoni pasto. Uno dei pochi comparti del pubblico impiego che continua a rimanere escluso dal ristoro per la pausa pranzo.
“Buoni pasto presi in considerazione”
Durante la trattativa per il rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca per il triennio 2019-2021, firmato il 19 gennaio 2024, l’erogazione dei buoni pasto è stata presa in considerazione. Ecco cosa è successo, secondo la spiegazione del Segretario Nazionale Cisl Scuola:
”l’erogazione dei buoni pasto è un argomento preso in considerazione durante il rinnovo contrattuale. Non è stato scartato dalla contrattazione nazionale. Semplicemente, per riconoscere il buono pasto al docente o al personale ATA, o a chi la contrattazione individua, sono necessari fondi, che avrebbero dovuto essere sottratti alla busta paga”.
Stando alle dichiarazioni dunque si è trattato solo di un problema di risorse limitate e di priorità.
Risorse sugli Stipendi, esclusi i buoni pasto
La sintesi è una sola, spiega il sindacalista cislino, si è preferito – anche per decisione della stessa Cisl Scuola, sindacato più rappresentativo nel comparto scolastico – impegnate tutte le poche risorse disponibili a far salire gli stipendi fermi da anni. Anche per difendere il potere di acquisto dei lavoratori davanti alla forte inflazione, accentuatasi a partire dal 2022.
“Quindi c’era da fare una scelta di carattere politico-sindacale in sede ARAN – spiega Varengo – . Si poteva scegliere di dirottare i – parte o anche tutto – verso i buoni pasto, ma in questo caso non si sarebbero incrementati gli stipendi. Le altre organizzazioni sindacali che rappresentative o non, che sottolineano come si sia persa l’occasione di avere i buoni pasto, si dimenticano che l’inflazione che erodeva le nostre buste paga era a due cifre. Il compito della contrattazione nazionale era quello di ristorare al massimo le retribuzioni e Cisl Scuola è intervenuta proprio per far in modo che tutte le risorse fossero dirottate sul tabellare”.