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Sciopero 29 novembre: gli Stipendi molto bassi spingono i Lavoratori a non aderire

Gli stipendi dei lavoratori sono così bassi che rinunciare ad una giornata di retribuzione può fare la differenza. E così molti lavoratori, specie del pubblico impiego, non aderiranno allo sciopero generale del 29 novembre 2024.

Quella che sembra essere una leggenda metropolitana si sta rivelando sempre più essere un reale fenomeno che spinge i lavoratori a non esercitare uno dei più importanti diritti sindacali, costituzionalmente protetti, a loro disposizione. E ci viene confermato anche dai commenti sui social direttamente dei lavoratori coinvolti.

Ma quanto perdono i lavoratori che si astengono dal lavoro?

29 novembre: sciopero politico ma anche per rinnovare i CCNL

Cgil e Uil, con l’adesione delle federazioni di categoria, con l’aggiunta di alcune sigle minoritarie del sindacalismo autonomo e di base hanno proclamato lo sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati per venerdì 29 novembre. Una iniziativa politica contro il Governo che per i lavoratori del settore pubblico significa anche “protestare” contro il proprio datore di lavoro. E’ il Governo, infatti, che stanzia le risorse per gli aumenti degli stipendi degli statali ed è sempre il Governo che dà la spinta per i rinnovi dei CCNL dei singoli comparti pubblici.

Per i lavoratori del settore privato è una protesta contro le penalizzazioni sulle pensioni, sul fisco, l’assenza di interventi settoriali su settori strategici come l’Automotive, ecc.

Scuola: perdita fino a 65 euro sullo Stipendio

Aderendo allo sciopero i lavoratori perdono l’intera retribuzione per quella giornata. Se prendiamo ad esempio il personale Docente e ATA con 15 anni di anzianità avrà un ammanco che va dai 55 euro fino a 65 euro. E più si sale di fascia e più la rinuncia economica si fa alta.

Si comprende bene quindi come dietro ogni scelta di aderire o non, ci sia anche una valutazione che attiene al peso della rinuncia economica attraverso una giornata di sciopero. Insomma i lavoratori non sarebbero dei “crumiri” di professione, ma spinti dall’esigenza di fare scelte oculate.

L’altro aspetto a pesare – e non poco – sulle decisioni dei singoli lavoratori è il moltiplicarsi degli scioperi e la frammentazione della base sindacale a causa del proliferare di diverse sigle sindacali. L’eccessiva varietà di scelta mette in difficoltà i lavoratori, dinanzi a frequenti proclamazioni di scioperi, nella scuola come nei trasporti, al punto che diventa difficile far convergere adeguate masse di lavoratori verso alcune e specifiche iniziative sindacali. Evitando così che i lavoratori si dividano su più iniziative.

Foto Credit: www.depositphotos.com

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