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Sciopero Trasporti confermato per 8 ore. Ma Salvini ne precetta 4: cosa rischiano i lavoratori

Dopo l’intervento della Commissione di garanzia sugli scioperi i sindacati non si fermano: lo sciopero di metro bus e tram è confermato per 8 ore.

Ma il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini non ci sta e precetta 4 ore della protesta. Rendendo così illegali 4 ore su 8 della protesta di venerdì 29 novembre.

Sciopero dei Trasporti 29 novembre: confermate 8 ore

Secondo la Commissione di Garanzia che vigila sugli Scioperi, guidata dalla professoressa Paola Bellocchi, c’è un rischio grave e imminente di effetti imprevedibili sull’utenza, a causa nella concomitante protesta, nella giornata di venerdì 29 novembre, di altre astensioni collettive. Lo sciopero dei mezzi di trasporto pubblico – bus, tram, metropolitane – deve essere ridotto a 4 ore.

Ma i sindacati proclamanti Cgil e Uil si oppongono a quella che vedono come una decisione “politica e pretestuosa”, con la regia del Ministro dei Trasporti, il leghista Salvini, che oramai da mesi minaccia ogni volta la precettazione.

Lo sciopero per i sindacati è quindi confermato per la durata dell’intero turno di lavoro: 8 ore. Le modalità orarie saranno diverse da comune a comune. Le fasce di garanzia sono collocate nella fascia 6:00-9:00 e 17:00/20:00, con leggere oscillazioni sul territorio di mezz’ora.

Sciopero vietato

Dopo l’invito della Commissione di Garanzia il Ministro dei Trasporti ha firmato il provvedimento di precettazione, accogliendo quindi la preoccupazioni circa i forti rischi per l’utenza.

Precettare significa rendere, di fatto, illegale 4 ore di sciopero su 8. Una mossa che spingerà probabilmente una parte dei lavoratori ad ottemperare al divieto parziale, per non rischiare sanzioni, come prevede la L. 146/90 sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

I lavoratori che non rispettano il provvedimento di precettazione rischiano una sanzione per ogni giorno di sciopero che, a seconda della gravità dell’infrazione, può variare da un minimo di 500 euro a un massimo di 1.000. La sanzione avviene con trattenuta sullo stipendio. Escluso però il licenziamento e qualsiasi misura che comporti un mutamento del rapporto di lavoro.

In caso di sanzioni a carattere pecuniario verso gli autoferrotranvieri, l’importo è versato dal datore di lavoro all’Inps. le sanzioni dovranno essere applicate su decisione della stessa autorità che ha emanato l’ordinanza (ministero dei trasporti), e sono applicate con ordinanza-ingiunzione della direzione provinciale del lavoro (sezione ispettorato del lavoro). Quindi sarà lo stesso Salvini a decidere di irrogare le sanzioni.

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