Con l’estromissione dei titoli di Stato e dei buoni postali dal calcolo dell’ISEE 2025, questo si manterrà più basso. Di conseguenza, sarà più facile accedere ad alcune prestazioni previdenziali o a importi più alti dell’Assegno Unico per i figli a carico.
Tuttavia sembra che gli aumenti dell’Assegno Unico dovuti a tale novità non saranno così consistenti. Almeno per le famiglie.
Quali titoli esclusi dall’ISEE 2025
Mercoledì scorso lo schema di Dpcm che modifica il regolamento ISEE (Dpcm 159/2013) è arrivato alla Camera dei deputati. Tra gli altri correttivi, il provvedimento introduce una norma (il nuovo comma 4-bis dell’articolo 5) che rende operativa la novità introdotta dalla legge di Bilancio per il 2024, finora rimasta inapplicata.
Titoli di Stato e prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato saranno esclusi fino alla soglia dei 50.000 euro. Nel dettaglio si fa riferimento a:
- BoT;
- CTz;
- BTp;
- CcT;
- buoni postali fruttiferi;
- libretti di risparmio postale.
Sono inclusi i prodotti di raccolta del risparmio destinati al pubblico retail, con esclusione di quelli destinati a investitori istituzionali e di quelli indiretti tramite fondi non posseduti direttamente.
Le ripercussioni sull’Assegno Unico
Con l’esclusione dei prodotti appena elencati l’ISEE si abbasserà e le famiglie avranno quindi maggiori possibilità di accedere a bonus sociali, Carta Dedicata a te, Assegno di Inclusione, Carta Acquisti ecc. La diminuzione dell’ISEE influisce anche sull’Assegno Unico per i figli a carico: più l’ISEE è basso, infatti, maggiore sarà l’importo in pagamento a titolo di Au.
Tuttavia, secondo quanto riportato nella relazione tecnica al Dpcm correttivo, sembra che sull’Assegno Unico l’impatto non sarà così consistente.
Considerata l’universalità della prestazione e la granularità delle classi di ISEE cui corrispondono importi differenti, infatti, «il peso stimato risulta contenuto e mediamente quasi dello 0,7% con incidenza in media sull’importo della prestazione dello 0,23%». Con tale novità dunque l’Assegno Unico subirà un incremento medio molto ridotto.
Il costo per le casse dello Stato, invece, sarà di 44 milioni di euro. Per questo motivo, i diversi enti che erogano prestazioni agevolate potranno decidere se procedere o meno a una «revisione verso il basso delle soglie ISEE di accesso», proprio al fine di evitare maggiori oneri.