E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 278 del 27 novembre 2024 il decreto del Ministero del Lavoro che prevede la rivalutazione delle pensioni a partire da gennaio 2025.
Il tasso di rivalutazione è provvisorio. Questo significa che i pensionati avranno gli importi rivalutati in base ad un tasso previsionale e al termine del 2025 riceveranno la perequazione sulla base dell’inflazione effettivamente realizzata.
Di quanto aumentano le pensioni nel 2025?
Dal 1° gennaio 2025 le pensioni saranno rivalutate dello 0,8%. La rivalutazione piena si applica a chi percepisce un trattamento pari fino a 4 volte il minimo. Al di sopra di questa soglia la rivalutazione sarà gradualmente decurtata.
Poco significativo sarà l’adeguamento delle pensioni più basse, le pensioni minime, che salgono a 616,67 euro al mese, con un aumento di 2 euro rispetto a quest’anno. Tali cifre si potranno raggiungere se sarà confermata anche la rivalutazione straordinario del 2,2% previsto dalla Manovra di Bilancio.
Gli incrementi in arrivo sono dunque davvero debolissimi per considerarli un aiuto alla difesa del potere di acquisto delle famiglie dei pensionati. Basti pensare che non più tardi di ieri l’ISTAT ha registrato che solo a novembre 2024 l’inflazione è salita dell’1,4% con una netta accelerazione sui prezzi dei beni alimentari, dei beni energetici e dei servizi dei trasporti.
I prezzi dei semplici beni al consumo dunque salgono e più velocemente del sistema di adeguamento degli assegni pensionistici all’inflazione.
Nessuna perequazione per il 2024
Nessuna perequazione sarà applicata sulle pensioni erogate nel 2024. Questo perché l’indice di adeguamento all’inflazione realizzato quest’anno è confermato per il 5,4%, la stessa aliquota programmata dal Decreto del Ministero del Lavoro a fine 2023.
Pertanto il prossimo mese di gennaio i pensionati non riceveranno da Inps alcun importo a conguaglio sugli assegni già incassati nel corso del 2024.