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Statali, fino al 21 dicembre il Referendum sui 160€ e gli Arretrati scomparsi

I dipendenti statali delle Funzioni Centrali potranno votare fino al 21 dicembre 2024 per esprimersi a favore o contro il pre-accordo per il rinnovo del CCNL 2022-2024.

Si tratta del Referendum voluto dai sindacati non firmatari che mette al centro il voto sull’intesa separata del 6 novembre 2024, sottoscritta da Cisl FP e altre sigle minori che raggiunge di pochissimo il 50 per cento della rappresentanza.

A non firmare quell’accordo sono state Fp Cgil, Uil Pa e Usb PI che ora spingono perchè i circa 200.000 dipendenti statali votino per il “no”.

Perchè votare “NO”: 160€ e gli Arretrati “scomparsi”

L’accordo di rinnovo del CCNL Funzioni Centrali prevede un aumento di 160 euro, parliamo di un adeguamento dei minimi del 6%. “Questo contratto – si legge di una nota dei 3 sindacati non firmatari che ne propongono la cancellazione – determina una perdita del potere di acquisto dei salari di oltre il 10%, a fronte di un’inflazione che nel triennio 2022/24 ha raggiunto il 16.5%.

Ma non c’è solo questo aspetto a penalizzare i dipendenti pubblici. L’accordo prevede che il calcolo degli arretrati non tenga conto del conguaglio sull’IVC, determinando una abbattimento degli aumenti economici sul periodo precedente l’intesa, in particolare per il 2022-2023, che non ha precedenti nel pubblico impiego. In questo articolo abbiamo parlato di “Arretrati scomparsi”, che gli statali non vedranno più: si tratta di importi che vanno dai 400 ai 550 euro.

Per conoscere gli importi netti degli Arretrati maturati al 31 dicembre 2024, frutto dell’intesa separata del 6 novembre scorso, clicca qui.

Nel comparto pubblico aumento del 6%, nel privato del 14%

Tra le ragioni che devono spingere a votare contro questa intesa, secondo Serena Sorrentino, Segretaria Generale Fp Cgil, c’è anche il trattamento iniquo riservato ai dipendenti dei comparti pubblici rispetto al lavoro privato.

Nel lavoro privato i sindacati unitariamente (Cgil, Cisl, Uil) hanno firmato accordi di rinnovo che adeguano i minimi salariali mediamente del 13/14%.

Nei settori privati – dichiara la Sorrentino – , i firmatari dell’intesa che taglia 10 punti di recupero dell’inflazione per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, hanno scioperato e manifestato arrivando ad accordi ben superiori al 6% che le stesse giudicano accettabile per le Funzioni Centrali. Se non avessero firmato la preintesa il 6 novembre, con il Parlamento che sta ancora discutendo la manovra e il Governo che può ancora intervenire, le risorse per migliorare il contratto si potevano ancora trovare. Aderendo alla “chiamata” hanno impedito che si potessero recuperare altre risorse dando l’alibi al Governo di avere il 53% ed è per questo che chiediamo ai dipendenti delle funzioni centrali di esprimersi. Preoccupa che ci sia qualche sigla che si definisce “sindacale” che ritiene inutile il pronunciamento di lavoratrici e lavoratori. Arrendersi senza neanche lottare rafforza le scelte unilaterali della controparte”.

Nel comparto pubblico invece il datore di lavoro, che è il Governo, ha tagliato fortemente “e non ha mai fatto alcuna trattativa né confronto (né prima di avviare il tavolo in Aran né durante) e che ad un certo punto per esigenze politiche del Governo hanno assecondato la rottura”.

Quando si vota

Il diritto di voto potrà essere esercitato fino a sabato 21 dicembre alle 16:00, da parte di tutte le lavoratrici e i lavoratori del comparto, indipendentemente dall’appartenenza sindacale.

Le operazioni di voto sono partite lunedì 16 dicembre.

Come si vota

Come ogni voto, anche il referendum sul rinnovo del CCNL, è segreto. I dipendenti potranno votare online collegandosi al sito votofc.org oppure inquadrando il QR code presente su tutti i materiali informativi.

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