Il 20 dicembre 2024 l’assemblea della Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno proposto dalla deputata leghista Giovanna Miele.
Con esso il Governo si impegna a garantire il riconoscimento dei Buoni pasto al personale scolastico escluso dal servizio mensa.
Il documento affronta l’assenza di questo benefit con alcune particolarità legate alla questione della presenza (o meno) del servizio di refezione scolastica. Oltre che alla frequentazione, per ragioni di servizio, della cucina e dei locali mensa.
Mensa gratuita solo a chi è in servizio in cucina o locali mensa
L’ordine del giorno affronta il problema dell’assenza dei buoni pasto mettendo in evidenza che si tratta di un’assenza iniqua, in quanto la Scuola è l’unico comparto escluso. Ma non è tutto. Viene sottolineato che il CCNL già prevede all’articolo 21 il diritto alla mensa gratuita “a tutti i docenti e al personale ATA in servizio in ogni ordine di scuola ove è presente la refezione scolastica”.
Docenti e ATA hanno diritto ad accedere a questo servizio, gratuitamente. Ma la realtà è un’altra. Mentre per i docenti accompagnatori degli alunni non vi sarebbe nessun problema, in base ad una “interpretazione restrittiva” per il personale ATA “non è sufficiente essere in servizio all’orario della mensa, ma occorre prestare servizio in cucina o nei locali mensa”.
Quindi se da un lato il diritto c’è, la prassi rivela un’altra realtà. Realtà che è stata più volte bocciata da un’ordinanza della Corte di Cassazione.
L’impegno del Governo: solo per gli ATA?
“La scuola rimane forse l’unico ente – si legge nell’Odg – dove ancora non viene riconosciuto il diritto al pasto gratuito e non è previsto alcun compenso economico anche se l’orario di servizio si protrae oltre le sei ore, per almeno 7 ore e 12 minuti al giorno“.
Da questa premessa la Camera dei Deputati “impegna il Governo a valutare l’opportunità di esperire le azioni di competenza al fine di inserire il diritto all’erogazione del buono pasto per il personale ATA in servizio per un turno giornaliero superiore a 6 ore nel CCNL di riferimento al momento del prossimo rinnovo”.
Nel testo dell’Odg si parla solamente dell’estensione del Buono pasto al Personale ATA con determinate caratteristiche: turno di almeno 6 ore, essere in servizio durante l’orario mensa. Insomma si parte da una premessa corretta (docenti e ATA sono esclusi da buono pasto) per poi concludere con un impegno esclusivo per il Personale ATA.
La posizione dei Sindacati
I sindacati della Scuola vedono, però, la situazione in maniera differente: il Governo deve stanziare le risorse necessarie e i buoni pasto vanno estesi per categorie o gruppi omogenei. Se saranno estesi agli ATA che fanno almeno 6 ore (analogo diritto è previsto per il personale Sanitario), il diritto dovrà riguardare anche i docenti con lo stesso regime orario. E poi c’è il problema del personale supplente, un contingente numericamente molto importante che non può rimanere escluso.
Per visualizzare il testo integrale dell’Ordine del Giorno approvato dalla Camera dei Deputati sul riconoscimento dei Buoni Pasto clicca qui.