Militari, polizia e forze di sicurezza, il contratto appena firmato per il rinnovo del CCNL 2022-2024 ha suscitato non poche critiche da parte dei sindacati di settore. Secondo quanto riportato in un comunicato stampa di ITAMIL, il nuovo contratto rappresenterebbe “il peggior accordo degli ultimi 20 anni”.
Militari, quanto perdono con il nuovo contratto?
ITAMIL, il sindacato dell’Esercito, non ha firmato il nuovo CCNL del comparto difesa e sicurezza per il triennio 2022-2024. Neppure USAMI, quello rappresentativo dei lavoratori dell’Aeronautica militare. Secondo le due sigle, infatti, nel triennio di riferimento del nuovo contratto ogni militare subirà una perdita di circa 10.000 euro lordi.
ITAMIL ha effettuato i calcoli: per l’anno 2022, quando l’inflazione è stata dell’8,1%, non arriverà nessuna compensazione. Uguale per il 2023, per cui non ci sarà nessun adeguamento nonostante un’inflazione del 5,7%. Arriveranno quindi solo i 100 euro netti per il 2024 per far fronte a un’inflazione dell’1%. L’accordo, dunque, sarebbe del tutto penalizzante per i militari.
Inoltre, denuncia ITAMIL, gli aumenti e gli arretrati non arriveranno prima di marzo/aprile 2025.
Le azioni dei sindacati
Come detto, per militari e forze di polizia si tratta di un aumento in busta paga di circa 190 euro lordi al mese, quindi più o meno 100 euro netti. Un agente di polizia riceverà un aumento medio di 110 euro, un ispettore tra i 134 e i 144 circa, un commissario tra 152 e 155 euro. Anche i militari dell’esercito godranno di aumenti dai 108 ai 154 euro a seconda del grado.
Dunque l’importo sale man mano che si sale di grado, ma in ogni caso si tratta di cifre deludenti che comportano una perdita di circa 10 mila euro in tre anni.
Il sindacato dei militari ha annunciato l’avvio di un ricorso collettivo per tutti gli iscritti, con l’obiettivo di ottenere sia un risarcimento per il mancato adeguamento salariale, sia di recuperare i 10 mila euro persi nel triennio.