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Metalmeccanici, Aumenti divisi tra le Buste paga di Giugno e Dicembre. Ecco la proposta degli Industriali che non piace ai Sindacati

In base alla proposta degli Industriali per il rinnovo del CCNL Metalmeccanica gli aumenti salariali potrebbero non arrivare tutti nel mese di giugno. E’ questo uno dei motivi per cui i sindacati Fim-Fiom-Uilm hanno lanciato in queste settimane la mobilitazione nazionale che andrà avanti fino al 15 gennaio prossimo.

Ma vediamo in cosa consiste questa proposta che “promette” di alleggerire i cospicui aumenti a cui i lavoratori metalmeccanici erano abituati in questi anni e spostarli in parte nel mese di dicembre.

Perchè gli Aumenti arrivano a Giugno di ogni anno

Gli aumenti salariali dei lavoratori metalmeccanici dell’Industria dipendono da almeno due fattori:

  • il salario negoziato col rinnovo del CCNL;
  • l’IPCA NEI, un tasso inflattivo (rilevato dall’ISTAT) che determina ogni anno la percentuale di aumento, applicato nel mese di giugno, grazie alla clausola di garanzia negoziata e prevista dal CCNL.

Nel mese di giugno si realizza anche la verifica sullo scostamento tra aumento negoziato e nuova IPCA NEI.

Ora però Federmeccanica e Assistal propongono di mettere in discussione questa clausola con l’obiettivo di alleggerire, per le imprese, il rischio di rialzi inflattivi molto alti e lontani all’IPCA previsionale.

Secondo gli Industriali gli aumenti salariali improvvisi degli ultimi anni (in particolare nel 2023-2023-2024) hanno messo in crisi i budget annuali dei costi costruiti su importi molto più bassi di quelli poi realmente dovuti in forza dell’applicazione della clausola di garanzia.

Facciamo l’esempio del solo anno 2024 per capire. Lo scorso anno le aziende hanno riconosciuto ai metalmeccanici un aumento di 137,52 euro (livello C3), nel mese di giugno, contro un aumento preventivato di appena 35 euro definito col CCNL del 2021.

In buona sostanza il sistema delle imprese lamenta che durante la passata tornata contrattuale sono stati riconosciuti aumenti in parte non preventivati. Complessivamente i lavoratori hanno avuto 310,92 euro in più. Contro i 112 euro definiti con l’accordo di rinnovo del febbraio 2021. Il tutto per effetto dell’IPCA NEI riferita all’anno precedente, che emerge nel mese di giugno.

Aumenti ai Metalmeccanici divisi tra giugno e dicembre

Ora Federmeccanica e Assistal provano a disinnescare – almeno in parte – la clausola di garanzia con una proposta di questo tipo. Sì agli aumenti nel mese di giugno di ogni anno (con verifica in base all’IPCA NEI diramato dall’ISTAT) ma solo per la parte che copre fino all’1% dell’eventuale scostamento.

Se l’IPCA realizzato supera l’1% si cambiano le regole: “in caso di scostamenti tra previsione e consuntivo superiori all’1% – spiega Fim-Cisl in una nota – il pagamento del differenziale verrà spostato dopo 6 mesi”, cioè col mese di dicembre. In questo modo le Imprese contano di spostare sostanzialmente a fine anno gli aumenti “fuori budget”, riducendo le problematiche sulla sostenibilità degli aumenti salariali.

La situazione è spiegabile con due esempi, immaginando un rinnovo del CCNL entro la prossima primavera.

ESEMPIO 1 – Scissione degli aumenti tra giugno e dicembre

Se l’IPCA NEI realizzata a giugno 2025 dovesse essere del 3,1% (o superiore) contro un previsionale del 2%, gli aumenti verrebbero scissi. Prendiamo il caso di un Livello C3:

  • 2% a giugno 2025 pari a 42,61 euro;
  • 1,1% a dicembre 2025 pari a 23,43 euro.

ESEMPIO 2 – Aumenti solo nel mese di giugno

Se l’IPCA NEI realizzata a giugno 2025 dovesse essere del 3% (o inferiore) contro un previsionale del 2% gli aumenti verrebbero concentrati solo a decorrere dal cedolino paga di giugno: 63,92 al livello C3. In questo caso nulla viene spostato a dicembre.

I calcoli sono stati effettuati prendendo a riferimento le tabelle salariali del CCNL Industria oggi in vigore:

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