Da giugno a dicembre 2025 le pensioni potrebbero subire un taglio di 50 euro. Colpa dei bonus una tantum da 200 e 150 euro erogati indebitamente tra il 2022 e il 2023.
Una tantum 200 e 150 euro: i controlli INPS
Tra il 2022 e il 2023 il Governo Draghi ha erogato due contributi, uno da 200 euro e uno da 150 euro, per far fronte al rincaro dell’energia avvenuto a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina.
Ne erano beneficiari i titolari di prestazioni che rispettavano i seguenti limiti di reddito personale imponibile IRPEF 2021, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali:
- un reddito entro i 35.000 euro per avere il bonus da 200 euro;
- un reddito entro i 20.000 euro per avere il bonus da 150 euro.
Non solo lavoratori dipendenti, ma anche co.co.co., domestici, autonomi, liberi professionisti, titolari di indennità di disoccupazione e di pensioni.
Nel comunicato stampa del 7 gennaio 2025 INPS fa sapere di aver concluso a dicembre 2024 le attività di verifica relative alle suddette indennità una tantum erogate ai pensionati sulla base delle dichiarazioni dei redditi del 2021 fornite dall’Agenzia delle Entrate.
Modalità di recupero del debito sulle pensioni
Dai controlli dell’INPS è emerso che una parte dei pensionati ha ricevuto i bonus pur non avendone diritto per via di un reddito superiore ai limiti di legge. Pertanto provvederà al recupero delle somme indebitamente erogate.
Come fa sapere INPS in suddetto comunicato stampa, i pensionati interessati verranno avvertiti attraverso la “Piattaforma per la notificazione digitale degli atti della pubblica amministrazione – SEND Servizio Notifiche Digitali”.
Il recupero del debito verrà effettuato in due modalità:
- o con trattenuta su pensione e rate mensili di 50 euro a partire dalla mensilità di giugno 2025;
- o tramite avviso di pagamento PagoPA nei casi in cui il recupero diretto sulla pensione non sia possibile.
