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NASpI, torna il requisito delle 13 settimane. Rischio per Stagionali e per chi non supera la Prova

Dal 2025 sarà più difficile avere l’indennità di disoccupazione NASpI erogata da Inps per l’introduzione del ‘vecchio’ requisito delle 13 settimane di contribuzione. Vediamo quali sono le novità recate dalla Legge di Bilancio e in quali casi si applicano.

La Legge di Bilancio ha modificato la normativa sulla NASpI

A partire dal 1° gennaio 2025, la normativa sulla NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) ha subito importanti modifiche, in particolare per i lavoratori che si sono dimessi o che hanno risolto consensualmente il loro contratto di lavoro, e che successivamente si trovano ad affrontare un nuovo evento di disoccupazione involontaria.

Chi si dimette o risolve consensualmente il rapporto di lavoro nei 12 mesi precedenti l’evento che genera una nuova disoccupazione involontaria, per poter accedere alla NASpI dovrà soddisfare un requisito aggiuntivo: aver accumulato almeno 13 settimane di contribuzione nel periodo che precede il nuovo evento di disoccupazione involontaria.

Una mossa dovuta dal Parlamento per evitare il fenomeno delle dimissioni e licenziamenti fittizi per fruire dell’indennità Inps. Tuttavia, ci agisce in buona fede, viene penalizzato.

Esempio. Immaginiamo il classico caso di un lavoratore, stagionale o a tempo indeterminato, che lascia il vecchio lavoro per uno nuovo e che successivamente, durante il periodo di prova, viene licenziato oppure scade un contratto a termine. Senza il requisito delle 13 settimane e a causa di delle dimissioni (o risoluzione consensuale) esercitata all’interno dei 12 mesi precedenti il nuovo evento che causa le dimissioni, non potrà avere il trattamento di Disoccupazione.

Il rischio per i lavoratori Stagionali

Un aspetto problematico di questa nuova norma riguarda i lavoratori stagionali. Questi lavoratori potrebbero essere spinti a cambiare datore di lavoro durante la stagione per poi ritrovarsi nuovamente disoccupati per l’esaurirsi del nuovo contratto stagionale o un licenziamento. In questo caso non avrebbero tutti i requisiti necessari per accedere alla NASpI.

Ad esempio, un lavoratore stagionale che ha lavorato per un’impresa in un determinato settore (ad esempio, turismo o alcuni ambiti dell’agricoltura dove si può avere la NASpI) e poi trova un nuovo impiego stagionale presso un altro datore di lavoro, e perde il lavoro al termine del contratto o prima con licenziamento, potrebbe non avere diritto alla NASpI se non ha accumulato almeno 13 settimane di contributi durante il periodo precedente.

Il sistema, di fatto, penalizza gli stagionali perchè si tratta di lavoratori che non hanno una continuità lavorativa costante e potrebbero facilmente non soddisfare il requisito delle 13 settimane di contribuzione.

Foto Credit: www.depositphotos.com

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