Oggi si conclude la lunga fase di intensi scioperi e manifestazioni indette dai sindacati Fim-Fiom-Uilm per protestare contro il mancato rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il settore Metalmeccanico Industria, scaduto il 30 giugno 2024.
La mobilitazione è stata articolata in più giorni, già da metà dicembre scorso, e ha coinvolto migliaia di lavoratori in tutta Italia, impegnati in numerosi presidi davanti alle sedi locali di Confindustria e in altri luoghi simbolici, al fine di fare pressione su Federmeccanica per il raggiungimento di un accordo che garantisca diritti e miglioramenti salariali per i lavoratori del comparto metalmeccanico.
Le province coinvolte
L’ondata di scioperi ha toccato diverse province italiane, con la partecipazione di numerosi stabilimenti e lavoratori sparsi su tutto il territorio nazionale. Le adesioni più forti si sono registrate nelle seguenti province con punti di adesioni che hanno superato l’80% e in alcuni stabilimenti hanno sfiorato il 100% come nel caso di Trento e Potenza.
Ecco un elenco non esaustivo:
- Alessandria
- La Spezia
- Trento
- Potenza
- Brindisi
- Aosta
- Parma
- Frosinone
- Torino
- Sassari
- Bologna
- Chieti
- L’Aquila
- Milano
- Salerno
Queste sono solo alcune delle principali città in cui i lavoratori hanno risposto all’appello dei sindacati, con scioperi che si sono svolti con modalità diverse a seconda delle esigenze locali, 4 oppure 8 ore per l’intero turno di lavoro. In alcuni casi lo stop è stato diviso tra dicembre e gennaio. Ogni manifestazione è stata un chiaro segnale di disappunto nei confronti del mancato rinnovo del contratto collettivo dopo 8 mesi di negoziato e oramai 7 mesi di carenza contrattuale. Un tema che sta alimentando forti preoccupazioni tra i lavoratori del settore metalmeccanico, uno dei più rilevanti nell’economia italiana.
La piattaforma unitaria di Fim-Fiom-Uilm
Al centro della mobilitazione vi è la piattaforma unitaria delle tre sigle sindacali, Fim-Fiom-Uilm, che chiede il rinnovo del CCNL fino al 30 giugno 2027 con un aumento salariale adeguato all’inflazione pari a 280 euro e alle esigenze di vita dei lavoratori, nonché l’introduzione di misure che garantiscano migliori condizioni di lavoro e diritti per la categoria.
In particolare, i lavoratori chiedono aumenti salariali certi e rifiutano la logica del “gratta e vinci” sul salario tabellare proposta da Federmeccanica.
L’incontro a Potenza
Un episodio particolarmente significativo di questa mobilitazione si è verificato a Potenza, area particolarmente interessata dall’indotto Stellantis che fa capo al distretto industriale di Melfi. Nel capoluogo lucano le tre sigle sindacali territoriali Fim, Fiom e Uilm hanno deciso di intraprendere un’azione simbolica molto incisiva. Invece di limitarsi a una manifestazione esterna, i rappresentanti dei sindacati sono entrati negli uffici di Confindustria e hanno consegnato un documento con le rivendicazioni, sottolineando con forza la centralità della piattaforma unitaria proposta dai sindacati e il loro fermo rifiuto della contro-piattaforma avanzata da Federmeccanica e Assistal.
Questa azione ha rappresentato una vera e propria sfida all’Associazione degli Industriali e al loro agire, con l’intento di dare una spinta dal basso alle trattative, sperando che anche a livello nazionale si possa giungere finalmente a un tavolo di negoziato che porti al rinnovo del contratto, fermo da troppo tempo. La speranza è che il negoziato riparta da da febbraio. C’è attesa per la convocazione che può arrivare da Federmeccanica. Diversamente i sindacati fanno sapere di essere pronti ad una nuova ondata di scioperi.
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