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Metalmeccanici in fabbrica solo per 40 Ore. Proclamato nuovo Stop a Straordinari e Flessibilità con una particolarità

Prosegue lo stop agli Straordinari e alla Flessibilità anche dopo al fine della fase di mobilitazione.

Il 15 gennaio 2025 si è chiusa la prima fase della mobilitazione sindacale per il rinnovo del CCNL Metalmeccanica industria, scaduto il 30 giugno 2024. Un periodo che ha visto una serie di scioperi articolati di 8 ore e stop agli straordinari/flessibilità, proclamati tra dicembre 2024 e gennaio 2025, partecipati da nord a sud damigliaia di lavoratori. Ora, dopo questo primo picco di conflitto, i sindacati Fim, Fiom e Uilm attendono di essere convocati dagli Industriali.

Nel frattempo continuano a tenere alta l’attenzione sul momento confermato la protesta, con la prosecuzione dello stop agli straordinari e alla flessibilità.

Salario CCNL Metalmeccanica Industria: dove c’è ancora distanza

Il rinnovo del CCNL metalmeccanici è un tema cruciale non solo per i 1,6 milioni di lavoratori che fanno parte di questo settore, ma anche per l’intero sistema industriale italiano. Le trattative, che vanno avanti ormai da mesi, non hanno ancora prodotto risultati concreti. Nonostante le richieste avanzate dai sindacati di aumenti salariali significativi, miglioramento delle condizioni di lavoro e maggiore stabilizzazione del lavoro precario, la trattativa con Federmeccanica e Assistal, le due principali associazioni datoriali del settore, non ha fatto nessun progresso.

Specie sulla questione salariale, dove le due posizioni sono ancora distanti: i sindacati chiedono 280 euro “certi” con verifica, ogni anno, degli scostamenti in base all’IPCA NEI dell’anno prima. Federmeccanica e Assistal si rifiutano di stabilire una quota salariale certa e preferiscono affidarsi solo all’indice IPCA NEI. Di fatto offrendo – in base alle stime attuali – 173 euro circa che ogni anno potrebbero essere messi in discussione dagli andamenti inflattivi. E’ la logica del “Gratta e Vinci”, tira corto il sindacato.

Prosegue lo stop a Straordinari e Flessibilità

Non è bastata la mobilitazione che ha caratterizzato gli ultimi mesi con la serie di scioperi che hanno coinvolto stabilimenti e impianti in tutta Italia. I sindacati sono convinti che per raddrizzare la rotta occorre continuare a mettere pressione sulle controparti. Da qui la scelta di confermare la protesta sul lato del lavoro straordinario e flessibilità: i lavoratori continueranno a rifiutarsi di svolgerli.

L’annuncio è arrivo nella giornata del 16 gennaio, attraverso i comunicati delle organizzazioni sindacali Fim-Fiom-Uilm. Segnale, ancora una volta, delle scarsa fiducia che c’è – in questa delicata fase – nelle controparti negoziali e si punta ad intensificare la pressione.

Si tratta di una forma di protesta alternativa agli scioperi generalizzati, che mette in difficoltà le aziende con una continua impasse operativa ma anche i lavoratori, che rinuncerebbero a parte di un incremento salariale dovuto a prestazioni aggiuntive.

Protesta senza fine?

La protesta prevede il rifiuto di svolgere le ore nel regime di flessibilità e prestazioni oltre le 40 ore settimanali. In questo modo i lavoratori, tramite i rappresentanti sindacali (RSU/RSA, laddove presenti) saranno invitati rimanere sui luoghi di lavoro per le sole 8 ore giornaliere ordinarie senza prestare ore aggiuntive di straordinario e rifiutare la distribuzione oraria flessibile e non uniforme.

La particolarità della decisione dei sindacati è che si tratta di una protesta senza una data di termine. Al contrario della decisione presa a novembre, quando la data di termine del conflitto era indicata per il 15 gennaio 2025. Questa nuova fase di agitazione sindacale sembra destinata ad andare avanti fino a che non arriveranno segnali forti e positivi da Federmeccanica e Assistal per il rinnovo del CCNL scaduto da 7 mesi.

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