La settimana scorsa, i sindacati hanno finalmente ripreso la trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) dei Vigili del Fuoco, dopo una lunga pausa di sette mesi durante la quale i negoziati erano stati sospesi. L’ultimo incontro risaliva al 23 luglio 2024. L’incontro con il Ministero della Funzione Pubblica è stato un passo importante verso la conclusione di una trattativa: i lavoratori nel frattempo attendono gli aumenti retributivi e il miglioramento delle condizioni di lavoro.
Un elemento che ha reso questo incontro particolarmente significativo è stato il contesto più ampio della contrattazione collettiva nel pubblico impiego, con il recente rinnovo del CCNL per i comparti Difesa e Sicurezza, sottoscritto il 18 dicembre 2024. Questo rinnovo ha fatto da cornice alla ripresa dei negoziati per i Vigili del Fuoco, portando i sindacati a manifestare una certa disponibilità a chiudere l’accordo in tempi rapidi. I lavoratori attendono il rinnovo di un contratto scaduto il 31 dicembre 2021.
L’intesa sul rinnovo del CCNL Difesa-Sicurezza come punto di riferimento
Lo sblocco della situazione stipendiale per i Vigili del Fuoco può essere agevolata dall’intesa raggiunta per il rinnovo del CCNL Difesa-Sicurezza che ha portato al personale di polizia e militari un incremento medio netto pari a 100 euro. Le novità non si vedono ancora nei cedolini paga dei lavoratori “in divisa”, per via della trafila burocratica relativa alla formalizzazione del CCNL. Ma nel frattempo i polizia e militari hanno avuto il nuovo anticipo Contrattuale con lo stipendio di gennaio 2025. Esattamente come i Vigili del Fuoco, per i quali il rinnovo anche se sembra ad un passo, non è ancora stato sottoscritto.
Stipendi verso il 6% di Aumento
Durante l’incontro del 14 gennaio scorso presso Palazzo Vidoni il sindacato Fp Cgil ha dichiarato di essere pronta a firmare il rinnovo del CCNL Vigili del Fuoco, pur riconoscendo che l’aumento del 6% dei minimi tabellari proposto nel nuovo accordo non è in grado di recuperare il potere d’acquisto dei lavoratori perso in questi anni di inflazione. Il rinnovo riguarda il triennio 2022-2024.
Nonostante ciò, il sindacato si dice pronto «responsabilmente» ad arrivare alla firma, evitando la divisione che aveva caratterizzato il rinnovo dei contratti del comparto Funzioni Centrali e Sanità. Questo atteggiamento riflette una volontà di evitare ulteriori ritardi e garantire, nel più breve tempo possibile, il miglioramento delle condizioni economiche e contrattuali per i lavoratori, che svolgono servizio “attiguo” a quello del comparto Sicurezza e Difesa.
Manca il 10% di aumento
Secondo il sindacato Fp Cgil manca almeno il 10% in più per poter garantire ai vigili del fuoco un rinnovo economico dignitoso. Ma queste risorse non arriveranno.
“10 punti percentuale in meno significano, per un Sindacato Confederale come la CGIL, – si legge nel comunicato – la svendita del lavoro e di chi lavora. Per questo abbiamo chiesto di poter discutere di tutte le risorse stanziate in legge di bilancio 2025 per il Comparto, quindi anche quelle destinate alla Legge delega, al riordino”.
Ecco perchè da Fp Cgil chiedono al Ministero della PA di fare un sforzo in più andando al di sopra del 6%. “La nostra necessità è quella di rispondere alle legittime aspettative delle donne e degli uomini del Corpo, riconoscendo loro un aumento contrattuale in linea con l’inflazione reale, quantomeno il più possibile vicino a quella percentuale, non il 6% deciso dal Governo“.
Disponibilità che non ci sarà. Anche perchè il Ministro della Funzione Pubblica Paolo Zangrillo, intervistato da Il Sole 24 Ore, a proposito delle risorse stanziate per i rinnovi dei CCNL pubblici è stato chiaro: “niente aumenti”.
Ma la trattativa per il rinnovo non è solo salario. Ci sono anche i diritti e altri temi come l’esigenza di affrontare il cronico problema della mensa di servizio durante le emergenze. FNS CISL chiede ad esempio che al personale inviato in missione per emergenza/calamità locale o nazionale, “venga consegnato gratuitamente, all’atto dell’invio in missione, un “kit pasto confezionato” predisposto dall’Amministrazione”.