Il rimborso del 730 non arriva solo nella busta paga o tramite bonifico. Un altro modo per riceverlo è con l’assegno vidimato da Poste Italiane.
Proprio in questi giorni intorno al 20 gennaio si è verificato un nuovo sblocco dei pagamenti con l’assegno vidimato. In particolare, nella mattinata di martedì 21 gennaio l’Agenzia delle Entrate ha comunicato di aver erogato il rimborso dell’IRPEF.
Ma vediamo cosa c’entra l’AdE e chi ha diritto all’assegno vidimato.
Rimborso 730 tramite assegno vidimato: in quali casi
Innanzitutto va specificato che il rimborso del 730 spetta a chi, nella dichiarazione dei redditi, ha ottenuto un credito IRPEF. La somma dell’eventuale credito fiscale sarà erogata direttamente nel c/c per coloro che hanno comunicato le coordinate IBAN bancarie o postali.
Per esempio, un titolare della NASpI con rimborso a credito riceverà un bonifico da parte dell’INPS. Diverso il caso di un lavoratore dipendente: in questo il sostituto d’imposta è il datore di lavoro, pertanto il contribuente riceverà il rimborso del 730 direttamente nella busta paga.
Ma può succedere anche che il cittadino non abbia comunicato le coordinate bancarie o postali. In questo caso il rimborso non va perso, ma viene erogato dall’Agenzia delle Entrate tramite un assegno vidimato da Poste Italiane. In tal caso, entro 60 giorni dall’emissione, il beneficiario può versare la somma sul proprio conto o incassarla in contanti presso un qualsiasi ufficio postale.
Agenzia delle Entrate, via ai pagamenti
Proprio in questi giorni l’Agenzia delle Entrate sta erogando il rimborso del 730 a chi non ha indicato alcun sostituto d’imposta nella dichiarazione dei redditi. E lo invia tramite assegno vidimato, come detto, a chi non ha inserito le coordinate del c/c.
La conferma giunge proprio dai contribuenti che hanno ricevuto un messaggio di pagamento lo scorso 21 gennaio:
La dichiarazioni in pagamento sono state presentate nel corso del 2024 e fanno chiaramente riferimento all’anno d’imposta 2023. Il pagamento non è stato dei più celeri.
Una spiegazione c’è: le verifiche richiedono tempo perché ci sono dei casi che possono essere complessi e che spingono l’Agenzia delle Entrate a procedere quindi con verifiche manuali. È il caso per esempio di un contribuente che nel 2023 ha presentato due dichiarazioni 730, la seconda per rimediare al mancato accredito del rimborso da parte del sostituto d’imposta che ha comunicato il diniego. In tale circostanza, fa sapere l’AdE tramite mail destinata al contribuente stesso, occorre che gli uffici locali procedano con una verifica manuale. Di solito effettuata entro l’anno successivo a quello della presentazione delle dichiarazioni.
Rinvio a Febbraio per i bonifici
Abbreviare i tempi di pagamento, purtroppo, non è possibile. Gli ordinativi di accredito infatti sono centralizzati e riguardano diverse migliaia di contribuenti secondo procedure standardizzate, che non possono essere velocizzate a richiesta o individualmente. Pertanto “l’accredito del Suo rimborso avverrà presumibilmente nel mese di febbraio 2025” fa sapere l’Agenzia delle Entrate a un contribuente che attende il pagamento tramite bonifico. A quanto sembra fino a fine gennaio, infatti, l’AdE si concentrerà solo sull’erogazione a mezzo assegno vidimato.