Anche chi ha comunicato l’IBAN in sede di dichiarazione dei redditi potrebbe ricevere il rimborso del 730 tramite assegno vidimato. Aspettare il bonifico sul proprio c/c potrebbe quindi essere inutile. Vediamo meglio.
Come arriva il rimborso del 730
Il rimborso del 730 spetta a chi, nella dichiarazione dei redditi, ha ottenuto un credito IRPEF. A erogarlo è il sostituto d’imposta, quando c’è: nel caso dei dipendenti, per esempio, è il datore di lavoro. Nel caso di percettori di indennità di disoccupazione, quali NASpI o DIS-COLL, è l’INPS. Se invece il sostituto d’imposta non c’è è l’Agenzia delle Entrate a occuparsi del rimborso.
Il pagamento può avvenire in busta paga per i lavoratori o insieme all’indennità spettante per i disoccupati. Quando invece è l’Agenzia delle Entrate a dover emettere il pagamento, questa lo effettua:
- sul c/c postale o bancario, se il contribuente ha indicato le coordinate IBAN;
- tramite assegno vidimato da Poste Italiane quando l’IBAN non è indicato.
Assegno vidimato anche per chi ha indicato l’IBAN
La somma dell’eventuale credito fiscale sarà quindi erogata direttamente sul c/c per coloro che hanno comunicato le coordinate IBAN bancarie o postali all’Agenzia delle Entrate. Eppure, nelle ultime ore sembra che le cose non stiano andando proprio così.
Una parte dei contribuenti che ha indicato l’IBAN, infatti, ha fatto sapere di aver ricevuto il rimborso del 730 tramite l’assegno vidimato. Uno strumento, questo, usato solo per chi le coordinate del c/c non le ha comunicate.
Perché l’Agenzia delle Entrate stia agendo in questo modo non è dato saperlo. La cosa certa, e che dovrebbe tranquillizzare i contribuenti, è che se si ha diritto a un credito IRPEF, il rimborso del 730 arriverà. In un modo o nell’altro.
I tempi di accredito potrebbero essere un po’ lunghi visto che alcuni modelli 730/2024 sono ancora sottoposti al controllo automatizzato, attività propedeutica al riconoscimento del credito e all’erogazione del rimborso. Tuttavia – fa sapere l’Agenzia delle Entrate – i tempi previsti dalla norma per la liquidazione sono al massimo entro la scadenza della dichiarazione relativa all’anno successivo.