Le Organizzazioni Sindacali sono state convocate dall’ARAN alle ore 11.00 del 27 gennaio per la “Prosecuzione della trattativa per il rinnovo CCNL personale Funzioni Centrali 2022-2024”. Di cosa si tratta? Si va verso la firma definitiva del contratto che porterà gli aumenti e arretrati attesi dai dipendenti pubblici?
Vediamo qual è la situazione dopo la validazione, della scorsa settimana, da parte della Corte di Conti.
Nella convocazione ARAN non si parla di firma
Quello che spicca, nell’oggetto della convocazione, è che non si parla, nell’ordine del giorno, di “firma del contratto” ma di “prosecuzione delle trattative”. Potrebbe essere una formula di cortesia dell’ARAN verso le OO.SS. che non firmeranno il contratto, vale a dire CGIL, UIL e RdB-CUB
Il preaccordo per il rinnovo del CCNL Funzione Pubblica era stato firmato con una maggioranza del 54% solo da CISL e dai sindacati autonomi mentre CGIL, UIL e RdB hanno contestato gli esigui aumenti.
Arretrati maturati solo dal 2024
Il contratto ha validità triennale, dal 2022 al 2024 mentre gli anni 2022 e 2023 non produrranno arretrati in quanto è stata stanziata la sola vacanza contrattuale.
Gli arretrati pertanto sono dovuti solo per l’anno 2024 al netto dell’Indennità Vacanza Contrattuale già percepita e dell’acconto contratto percepito a dicembre 2023.
Ecco come possiamo riepilogare gli arretrati:
Gli arretrati lordi sono stati calcolati facendo la differenza tra le due colonne di “stipendi annui” moltiplicata per 14 e divisa per dodici, in maniera da comprendere la tredicesima.
Dagli arretrati lordi viene tolta l’indennità vacanza contrattuale e l’acconto di dicembre 2023.
Il problema dell’acconto 2024 percepito a dicembre 2023
Per la prima volta nella storia dei contratti pubblici, sorge un problema inedito.
Tutti coloro che sono andati in pensione nel corso del 2024, avendo percepito l’acconto per l’intero anno a dicembre, andranno a debito.
Il problema non è stato affrontato in sede di stipula del contratto in quanto l’erogazione era stata decisa dal Governo con il decreto anticipi del 18 ottobre 2023. Ancora non è possibile conoscere le modalità con le quali avverrà il recupero.