Gli ultimi dati ISTAT sulle retribuzioni contrattuali orarie, diffusi la settimana scorsa, e “ritwittati” anche dal Direttore Generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, piombano come una scure sul tavolo di trattativa che a breve riprenderà, per il rinnovo del CCNL Metalmeccanica Industria. E non offre un “assist” ai sindacati, quanto piuttosto alle velleità degli Industriali, che puntano a mettere in discussione gli aumenti salariali.
Lo hanno detto bene nei giorni scorsi i Segretari Generali di Fiom, Fim, Uilm, con argomentazioni diverse: gli Industriali intendono mettersi in contrapposizione ad un modello, quello tradizionale, che garantisce aumenti certi per i lavoratori metalmeccanici.
Metalmeccanici: aumenti salariali superiori a tutti
Dai dati ISTAT emerge che il settore metalmeccanico ha beneficiato di incrementi contrattuali superiori a quelli di altri settori produttivi, come gli altri comparti del manifatturiero, dei servizi e dell’agricoltura. Un primato assoluto quello delle “tute blu”.
E’ vero che il CCNL Metalmeccanica Industria rientra tra i 28 contratti in attesa di rinnovo per un totale di circa 6,6 milioni di dipendenti, il 50,8% dei dipendenti. Perchè scaduto il 30 giugno 2024.
Nel dettaglio, gli aumenti tendenziali più elevati riguardano:
- metalmeccanica con +6,4%,
- legno carta e stampa +5,3%
- alimentari +5,1%;.
Nessun incremento si registra invece per Edilizia (rinnovato la scorsa settimana), farmacie private e telecomunicazioni.
Variazioni negative, nell’ordine del 20%, per i CCNL dei comparti statali della Pubblica Amministrazione. Con i peggiori, i dipendenti ministeriali che registrano un -25%.
Solo Banche e Assicurazioni hanno fatto meglio
Se i metalmeccanici si distinguono tra i settori industriali, è nel confronto con il comparto finanziario che si evidenziano le differenze maggiori. I bancari, ad esempio, hanno ottenuto un incremento sui minimi di 435 euro, mentre i dipendenti delle assicurazioni hanno registrato aumenti di 200 euro nel solo biennio 2023-2024. Questo dato conferma come i comparti legati alla finanza siano quelli che, più di tutti, hanno beneficiato di aumenti salariali significativi.
Gli Industriali mettono in discussione gli aumenti di Giugno
L’incremento delle retribuzioni nel settore metalmeccanico rappresenta un elemento di discussione per quelle imprese del settore, molte presenti nel sistema Federmeccanica, che sottolineano come sia arrivato il momento di “controllare più di vicino” la dinamica salariale di lungo periodo. E, perchè no, anche di arginarla. L’aumento incontrollato del costo del lavoro potrebbe incidere sulla competitività delle aziende, soprattutto in un contesto economico in cui la produttività non sempre cresce allo stesso ritmo. E questo le imprese lo sanno bene, avendolo vissuto in questi anni e lo hanno sottolineato anche a Torino, la scorsa settimana, al presidente di Federmeccanica, Federico Visentin.
Tutto ciò spiega il “no” degli Industriali ai 280 euro richiesti dai sindacati e il rilancio che punta a scommettere tutto sull’IPCA NEI da verificare a giugno di ogni anno. Come fosse un “gratta e vinci”, dicono dall Fiom. Lo stesso Direttore di Federmeccanica Stefano Franchi in un nuovo tweet sottolinea e difende l’adeguamento all’indice inflazionistico IPCA:
”Il sistema di adeguamento annuale all’indice IPCA NEI dei metalmeccanici dà importanti garanzie”.
Ma il solo IPCA NEI non basta per proteggere i salari. I sindacati però puntano ad offrire un’altra visione: gli aumenti salariali degli ultimi anni, più alti rispetto agli altri settori produttivi, potrebbero avere un impatto positivo sulla domanda interna, aumentando il potere d’acquisto dei lavoratori e favorendo la crescita economica generale. Il loro obiettivo è conservare le acquisizioni degli ultimi rinnovi contrattuali. E quindi: va bene legare la verifica all’IPCA NEI dell’anno prima, a giugno di ogni anno, ma fissando comunque aumenti certi. Negoziati col rinnovo del CCNL. Insomma i lavoratori devono conoscere almeno l’aumento minimo atteso a giugno, salvo conguagli IPCA. E su questo perimetro che si gioca la “partita” che riprenderà l’11 febbraio.