Martedì 25 febbraio sono iniziate le lavorazioni per l’Assegno di Inclusione (ADI), la misura di sostegno economico introdotta in sostituzione del Reddito di Cittadinanza. L’accredito è stato anticipato al 26 febbraio, come visualizzano molti percettori in queste ore. Nel frattempo molte famiglie hanno ricevuto una brutta sorpresa: lo stop da parte dell’Inps per motivazioni legate a “domanda sospesa” o “domanda decaduta”.
Ecco la data della disposizione a Poste Italiane:

Perché l’Inps ha sospeso o decaduto le domande?
Nel Fascicolo previdenziale Inps, diversi beneficiari hanno potuto verificare il motivo del blocco. I problemi principali riguardano:
- Mancata presentazione della nuova DSU (ISEE 2025): l’Assegno di Inclusione richiede l’ISEE aggiornato per il 2025. Chi non lo ha presentato entro la scadenza ha visto la domanda sospesa.
- DSU presentata dopo il 31 gennaio 2025: anche chi ha aggiornato l’ISEE in ritardo (dal 1° febbraio in avanti) ha riscontrato la sospensione dell’ADI.
- Ritardi Inps nell’aggancio dell’ISEE: alcuni cittadini, pur avendo presentato la DSU in tempo, hanno visto la propria domanda sospesa perché l’Inps non ha collegato correttamente il nuovo ISEE alla richiesta di Assegno di Inclusione. Non è escluso che dietro questi ritardi vi sia anche la “complicità” dei CAF.
Chi invece ha la domanda decaduta dovrà ripresentare una nuova richiesta di Assegno di Inclusione attraverso il portale Inps o con l’assistenza dei CAF e patronati. Il caso più comune è quello di chi ha avuto una variazione nel nucleo familiare, che non ha comunicato a Inps con la DSU 2025.

Se – ad esempio – un figlio esce dal proprio nucleo per andare a convivere, e a sua volta presenta anch’egli una DSU, Inps rileva il medesimo codice fiscale di due DSU diverse e il sistema segnala l’anomalia.
Problemi e stop alle ricariche si registrano anche se si supera la soglia del reddito familiare:

Come risolvere il problema?
Per chi ha la domanda sospesa, la soluzione è presentare immediatamente la nuova DSU per l’ISEE 2025. Oppure, se già presentata, attendere le lavorazioni Inps di metà marzo. Dopo l’invio, è consigliabile:
- Verificare lo stato della domanda sul Fascicolo previdenziale.
- Contattare l’Inps tramite il Contact Center o recandosi presso una sede territoriale per accertarsi di persona che sia tutto in regola.
- Attendere l’aggiornamento della lavorazione nel mese di marzo: se l’ISEE viene acquisito correttamente, l’Inps dovrebbe procedere con il pagamento nelle settimane successive.
Con una domanda in stato ‘decaduta’ potrebbe essere necessario presentare una nuova domanda. Se si tratta di questioni legate al nucleo familiare, basta fare una rapida correzione ISEE e presentare domanda entro il 28 del mese per poter avere l’accredito già da marzo.
Accrediti di febbraio e possibili ritardi
L’accredito dell’ADI di febbraio è stato anticipato al 26 del mese, ma chi ha subito la sospensione o decadenza della domanda non riceverà il pagamento fino alla risoluzione del problema. Questo potrebbe comportare ritardi anche per i prossimi mesi.
Per evitare future sospensioni, è fondamentale aggiornare tempestivamente la DSU ogni anno entro il 31 gennaio. In molti provvedono già dai primi giorni di gennaio. E monitorare lo stato della domanda sul sito dell’Inps.