I lavoratori con contratto part-time e reddito fino a 8.500 euro annui nel 2025 si trovano in una situazione svantaggiosa. Non solo perdono l’esonero contributivo IVS del 7%, che nel 2024 garantiva un beneficio di circa 50-60 euro al mese, ma continuano a non ricevere il bonus 100 euro né altri benefici fiscali. Nessun provvedimento compensativo è stato adottato per questi lavoratori, il più delle volte impegnati in attività part-time.
Nessun aiuto per chi guadagna meno di 8.500 euro
Fino al 31 dicembre 2024, questi lavoratori potevano almeno contare sulla riduzione IVS introdotta dal Governo sin dal 2022, che permetteva di avere una busta paga leggermente più alta. Con la Legge di Bilancio 2025, questa misura è stata eliminata.
Ora, il problema principale è che chi guadagna meno di 8.500 euro l’anno rientra nella no tax area, quindi non paga IRPEF. Questo significa che non può accedere a:
- Bonus 100 euro (ex Bonus Renzi), riservato a chi paga IRPEF.
- Nuove detrazioni fiscali previste dalla Manovra 2025.
Di fatto, questi lavoratori non ricevono alcun beneficio.
Part-time penalizzati: il Governo promette, ma non agisce
Il Governo ha riconosciuto il problema e promesso correttivi per tutelare i lavoratori con redditi più bassi, molti dei quali con contratti part-time dalle 16 alle 24 ore settimanali. Tuttavia, da quasi un mese non sono state prese misure concrete. Era il 7 febbraio quando si registravano le prime dichiarazioni ufficiali.
Questa situazione crea un paradosso: chi lavora pochi giorni o poche ore alla settimana (dalle 16 alle 24 ore) e guadagna sotto gli 8.500 euro annui si trova senza alcun sostegno, segnando un discontinuità rispetto al 2024. Senza l’esonero IVS e senza il trattamento integrativo, la loro busta paga sarà più bassa rispetto a quanto percepito mese fino a dicembre 2024.
