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Infermieri, 172€ di Aumento Non Sono per Tutti. Ecco le 4 richieste per firmare il CCNL

Gli infermieri e tutti i professionisti sanitari (esclusi i medici) aspettano ancora il rinnovo del CCNL relativo al triennio 2022-2024.

Il sindacato autonomo Nursing Up e Fp Cgil e Uil-Fpl hanno di fatto bloccato la trattativa per l’aggiornamento del contratto sanità perché a detta loro puntava al ribasso e gli aumenti previsti non sarebbero veritieri. Vediamo in che senso.

Cosa includono i 172 euro di aumento nel CCNL Sanità

Il nuovo CCNL Sanità prevede aumenti medi di 172 euro lordi al mese per 13 mensilità. Coinvolgerebbero più di 580 mila operatori tra infermieri, tecnici e ausiliari.

Quello che i sindacati oppositori rimproverano all’Aran, l’agenzia che rappresenta la pubblica amministrazione nella contrattazione, è di parlare di aumenti generalizzati quando invece al loro interno sarebbero incluse anche le somme che spettano esclusivamente agli operatori del pronto soccorso.

L’Aran, con la disinvoltura di un “prestigiatore esperto”, racconta una versione sempre più raffinata della realtà economica del contratto. Nelle sue acrobazie statistiche insiste nel dire che il contratto è vantaggioso, parlando di un aumento medio di 172 euro per gli infermieri. Una cifra alla quale si arriva includendo nelle risorse disponibili, come base di calcolo, anche quelle destinate solo ed esclusivamente al personale di pronto soccorso, generando, in tal modo, la distorta percezione che il beneficio che ne consegue sia automaticamente applicato a tutti” commenta Antonio De Palma, presidente Nursing Up.

Le richieste di Nursing Up

In un comunicato dell’11 marzo, Nursing Up si rivolge direttamente alle Regioni, affinché sostengano una vera valorizzazione delle professioni sanitarie all’interno del contratto nazionale. L’appello arriva anche al Governo: maggiori risorse per premiare i lavoratori della sanità.

Le altre richieste rimangono invariate:

  • garantire la possibilità di concorrere per l’accesso all’area di elevata qualificazione a tutte le professioni sanitarie;
  • dare una specifica connotazione e un tempo di almeno 2 ore settimanali per le attività dedicate alla formazione ECM, e prevedere ulteriori 24 ore annue per la formazione non ECM;
  • prevedere l’esonero certo dai turni notturni e di pronta disponibilità per i professionisti sanitari che abbiano superato i 60 anni che ne facciano richiesta, senza lasciare questa scelta alla discrezionalità delle aziende;
  • ripensare l’introduzione contrattuale della figura dell’assistente infermiere, che invece si vuole realizzare senza un reale confronto negoziale e senza valutazioni d’impatto, mentre continua a mancare la figura dell’infermiere di famiglia, prevista da una legge dello Stato dal 2020, con risorse specifiche già stanziate. 
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