I metalmeccanici dell’automotive, della componentistica, dell’elettrodomestico, stanno vivendo una crisi senza precedenti. Con la flessione di mercato e le ristrutturazioni aziendali sono molti i lavoratori, anche dell’indotto, costretti a sopravvivere con indennità di cassa integrazione troppo basse.
Per questo, i sindacati porteranno al tavolo Mimit del 14 marzo una richiesta chiara: rivedere gli importi della cassa integrazione per adeguarli alle reali esigenze dei lavoratori. Il tavolo dell’Automotive convocato dal Ministro Adolfo Urso sarà l’occasione per rimettere in fila i temi e le priorità.
La situazione drammatica dei metalmeccanici in CIG: il caso di Cassino
La crisi colpisce duramente i lavoratori in cassa integrazione, come quelli dello stabilimento Stellantis di Cassino e dell’indotto (logistica e servizi). Molte famiglie monoreddito del Lazio Meridionale non riescono più ad arrivare a fine mese. Il problema è aggravato dal fatto che l’ISEE, calcolato sui redditi pre-crisi del 2023, non riflette la loro attuale condizione economica. Questo li esclude dai sussidi statali, lasciandoli senza alcun sostegno. I sindacati dei paesi coinvolti, nei giorni scorsi, hanno scritto direttamente alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
La richiesta dei sindacati: cassa integrazione più equa
I sindacati chiederanno al Mimit una riforma strutturale degli ammortizzatori sociali. L’obiettivo è garantire indennità più alte per i lavoratori in cassa integrazione, che oggi spesso percepiscono poco più di mille euro al mese, sottolineano in un comunicato congiunto Fim-Fiom-Uilm-Fismic-Uglm-Aqcfr. La richiesta nasce dalla necessità di sostenere i lavoratori in difficoltà, come quelli di Cassino, e di evitare che intere famiglie cadano in povertà.
Un sistema ISEE da rivedere
I sindacati sottolineano l’urgenza di rivedere i criteri ISEE per l’accesso ai sussidi. Attualmente, molti lavoratori in cassa integrazione hanno un ISEE elevato a causa dei redditi normali pre-crisi, ma un reddito reale bassissimo. Questo li esclude dalle misure di sostegno, aggravando ulteriormente la loro situazione. I sindacati chiedono un sistema più flessibile e rappresentativo della reale condizione economica.
Le proposte per il futuro: rilancio Automotive
Oltre alla riforma della cassa integrazione, i sindacati chiedono un piano di rilancio per il settore automotive. Tra le proposte, il ripristino del fondo automotive, il lancio di modelli ibridi in tutti gli stabilimenti Stellantis e la chiarificazione del futuro di Termoli e delle altre fabbriche. Serve anche un piano di riqualificazione professionale per i lavoratori, come già sperimentato in Piemonte.
Sindacati uniti
Con un comunicato stampa i sindacati uniti chiedono un’azione congiunta tra Governo, Regioni, Stellantis e imprese dell’indotto per superare la crisi. Senza interventi concreti, il rischio è quello di una deindustrializzazione che colpirebbe non solo i lavoratori, ma l’intero territorio.
Il tavolo del 14 marzo rappresenta un’occasione importante per avere le prime risposte e tentare di costruire un futuro più stabile per i metalmeccanici dell’automotive e degli altri settori in crisi.