Il Governo ha approvato un riallineamento delle accise sui carburanti che, nei fatti, porterà a un aumento della tassazione sul gasolio e a una riduzione su quella della benzina. Una misura che avrà un impatto diretto sugli automobilisti, in particolare su chi guida veicoli diesel.
L’obiettivo? Recuperare risorse per finanziare il rinnovo contrattuale degli autoferrotranvieri, categoria che attende da mesi un aumento degli stipendi.
Aumento delle accise sul gasolio: come funziona e chi riguarda
Attualmente, l’accisa sulla benzina è pari a 72,8 centesimi al litro, mentre quella sul gasolio è di 61,7 centesimi. La differenza di 11,1 centesimi verrà gradualmente eliminata, portando entrambe le aliquote a 67,25 centesimi al litro.
Questo cambiamento avverrà in cinque anni, con un aumento progressivo delle accise sul gasolio compreso tra 1 e 1,5 centesimi all’anno. Parallelamente, l’accisa sulla benzina verrà ridotta della stessa cifra.
Chi pagherà di più?
• Automobilisti con auto diesel: subiranno un aumento del costo del carburante.
• Autotrasportatori e aziende di logistica: potrebbero vedere crescere le spese operative.
• Settore agricolo e biocarburanti: esclusi dall’aumento, mantenendo l’aliquota ridotta.
Nonostante il bilanciamento tra aumento del gasolio e riduzione della benzina, il getttito fiscale crescerà, perché il gasolio viene venduto in quantità molto superiori rispetto alla benzina.
Più tasse sul diesel per aumentare gli stipendi degli autoferrotranvieri
Il riallineamento delle accise non è un’operazione neutra per le casse dello Stato. Grazie a questa manovra, il Governo prevede di raccogliere 1,1 miliardi di euro di entrate aggiuntive una volta completato l’aumento.
Secondo il decreto, le nuove risorse verranno destinate a due fondi:
• Fondo nazionale per il trasporto pubblico: servirà a sbloccare il rinnovo del CCNL autoferrotranvieri, fermo da mesi per mancanza di coperture finanziarie.
• Fondo per la delega fiscale: per finanziare le misure previste dalla riforma fiscale.
Il rinnovo del contratto collettivo nazionale degli autoferrotranvieri richiede 500 milioni di euro all’anno. Circa la metà del nuovo gettito verrà quindi impiegata per aumentare gli stipendi di chi lavora nel settore del trasporto pubblico locale. L’accordo tra governo, i rappresentanti delle imprese e i sindacati era stato siglato a dicembre scorso. Si attendeva il via libera alle risorse. Risorse che quindi potrebbero arrivare a breve e spingere i sindacati a revocare lo sciopero in calendario per il 1° aprile 2025.
L’accordo, per grandi linee prevede l’erogazione di 500 euro a titolo di Una tantum e un incremento salariale di 200 euro a regime per gli autoferrotranvieri e internavigatori.