Docenti, l’organico dei posti comuni per il 2025/2026 sarà diminuito di 5.660 unità. Il dato lo ha fornito lo stesso Ministero dell’Istruzione durante l’incontro di informativa del 18 marzo relativo proprio alle dotazioni organiche del personale docente per il prossimo anno scolastico.
I sindacati non ci stanno.
Il taglio dei posti comuni per l’a.s. 2025/2026
Il Ministero ha dato esecuzione alla Legge di Bilancio. La riduzione dei posti comuni, infatti, è stata attuata in ottemperanza all’articolo 1, comma 828, della legge 30 dicembre 2024, n. 207.
Il taglio sarà effettuato in misura proporzionale tra tutte le regioni. Nel dettaglio, si tratta di 5.660 posti comuni in meno rispetto allo scorso anno. L’anno passato se ne contavano 670.441. Mentre nell’a.s. 2025/2026 i posti dell’organico dell’autonomia, tra quelli comuni e quelli di potenziamento, sono in totale 664.774.
Saranno così suddivisi:
- 614.572 posti comuni;
- 50.202 posti di potenziamento.
Tale riduzione ha suscitato l’immediata protesta dei sindacati.
Le proteste di Uil Scuola Rua e FLC Cgil
Nonostante il taglio dei posti comuni aumentano quelli destinati al sostegno: sono 128.036, 1.866 in più rispetto allo scorso anno.
Ma ciò non basta per ristabilire la calma tra i sindacati: “Riguardo ai posti di sostegno l’incremento di 1.866 posti per l’a.s. 2025/26 non compensa il taglio dei 5.600 complessivi sui posti comuni – ha fatto sapere UIL Scuola Rua -, a cui vanno aggiunti i numeri della mancata copertura del turn over e soprattutto rappresenta una risposta inadeguata all’esigenza di dare stabilità ad un personale che ormai vanta anni di supplenze sul sostegno che dovrebbe trovare una stabilizzazione attraverso l’unica operazione seria e possibile, ovvero la trasformazione dell’intero organico di fatto in organico di diritto.“
Il taglio dei posti comuni ha suscitato polemiche anche alla luce delle tante classi sovraffollate: “Sulle classi numerose ribadiamo la necessità di non tagliare l’organico, ma di utilizzarlo per ridurre il numero degli alunni per classe. La presenza di 5.909 classi nella secondaria di secondo grado con 28 e più alunni rappresenta un’offesa a qualsiasi processo educativo. Un dato che smentisce qualsiasi buono proposito finalizzato alla riduzione delle cosiddette classi pollaio” ha aggiunto UIL Scuola Rua.
Dello stesso avviso anche FLC Cgil: “La programmazione di tale riduzione […] non ha alcun fondamento. Nemmeno le previsioni sulla denatalità certificate dall’ISTAT fanno registrare una diminuzione di futuri alunni tale da giustificare queste misure di riduzione dell’organico e di scuole, per di più in modo indistinto su tutti i gradi di istruzione!“.
Anzi, la denatalità dovrebbe rappresentare un’opportunità. Con meno alunni, infatti, ne risente in positivo l’insegnamento, garantendone una migliore qualità.