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Infermieri, Pausa Pranzo Annullata. Ecco Cosa Sta Succedendo negli Ospedali

Una pausa pranzo da 30 minuti non basta agli infermieri per svestirsi, andare a mangiare e rivestirsi per rientrare in corsia.

È ciò che si sta verificando nelle Asl e negli ospedali in cui si è deciso di vietare l’accesso alla mensa con la divisa da lavoro annullando “di fatto” il diritto ad un tempo congruo per fruire della pausa pranzo. Vediamo cosa sta succedendo in alcune strutture sanitarie del Piemonte.

Pausa pranzo troppo corta

Per garantire il rispetto delle regole igienico-sanitarie bisogna che i lavoratori degli ospedali e delle Asl si rechino nei locali adibiti alla pausa pranzo non con la divisa o il camice da lavoro.

Una regola giusta ma di fatto impraticabile. Svestirsi per andare in mensa per poi rivestirsi quando ricomincia il turno di lavoro impedisce agli infermieri e al personale sanitario in genere di godere appieno della pausa pranzo, che spesso è di soli 30 minuti.

«Se da un lato il principio espresso dal Commissario è corretto, dall’altro, la conformazione dell’ospedale e la gestione dei tempi di pausa del personale sanitario non consentono di rispettarlo senza penalizzare chi lavora quotidianamente nei reparti – afferma il segretario regionale del Piemonte di Nursing Up, Claudio Delli Carri, -. Gli operatori sanitari hanno a disposizione pause di durata limitata, mentre i tempi necessari per la vestizione e la svestizione della divisa si aggirano tra i 10 e i 15 minuti. Considerando le distanze interne della struttura, raggiungere la mensa, consumare il pasto e tornare in reparto nei tempi previsti diventa impraticabile».

Un discorso, questo, che si riferisce alla realtà ospedaliera delle Molinette di Torino, ma che di fatto è valido per qualsiasi struttura sanitaria, specialmente se di grandi dimensioni e con mense e bar particolarmente affollati.

Le soluzioni

Dagli stessi infermieri arriva una proposta per risolvere il problema. Bisognerebbe che i circa 10-15 minuti che servono prima per svestirsi e dopo per rivestirsi venissero riconosciuti come orario di lavoro a tutti gli effetti, e non considerarli nei 30 minuti totali della pausa pranzo.

Solo così, concludono gli infermieri, la mezz’ora di pausa potrà essere realmente utilizzata. «Infatti, se il personale amministrativo può godere di tutti i 30 minuti senza ostacoli, perché gli infermieri e gli altri operatori sanitari devono vedersi diminuire sensibilmente il proprio tempo contrattualmente previsto?» si chiedono.

Anche Delli Carri di Nursing Up Piemonte ha avanzato una soluzione al problema della pausa pranzo troppo corta. «L’unica via realmente praticabile è garantire a tutto il personale sanitario i buoni pasto, affinché ciascuno possa gestire autonomamente il proprio pranzo. In questo modo si eviterebbe di compromettere il diritto alla pausa e si agevolerebbe l’organizzazione interna».

Questa soluzione sembrerebbe di fatto la più efficace. E infatti in alcune Asl e ospedali è già realtà. Ma c’è anche chi fatica a farla rispettare.

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