HomeCronaca sindacaleMetalmeccanici, 280€ più lontani. L’ipotesi di un Intervento del Ministro del Lavoro

Metalmeccanici, 280€ più lontani. L’ipotesi di un Intervento del Ministro del Lavoro

La trattativa per il rinnovo del CCNL Metalmeccanici Industria è ancora in stallo. Il contratto è scaduto il 30 giugno 2024 e i lavoratori attendono un aumento salariale che, secondo le richieste sindacali, dovrebbe arrivare a 280 euro. Tuttavia, le distanze con le associazioni datoriali restano ampie così che Fim-Fiom-Uilm hanno convocato ancora 8 sciopero per venerdì 28 marzo. E secondo indiscrezioni si dicono a raddoppiare le ore di astensione (dunque 16) nel mese di aprile nel caso in cui le relazioni con Federmeccanica e Assistale restino ‘fredde’.

L’appello di Massimo Mascini

Il direttore de Il Diario del Lavoro, Massimo Mascini, alcuni giorni fa, ha chiuso un lungo editoriale sull’argomento, auspicando un intervento governativo per sbloccare la vertenza. In un recente articolo, ha scritto:

Non guasterebbe se il governo aiutasse questo sforzo. Se il rinnovo del contratto di un milione e mezzo di metalmeccanici può davvero favorire la ripresa dell’economia, sarebbe il caso che il governo intervenisse per facilitare l’accordo. Una volta era la prassi normale. Quando le trattative si fermavano, e dopo gli scioperi, il ministro del Lavoro di turno chiamava tutti a via Flavia, sede del dicastero, e dopo qualche giornata di confronti e trattative, alla fine la vertenza si chiudeva. È fantascienza pensare che questo accada anche oggi? Certo, servirebbe un ministro del Lavoro vero”.

Il possibile intervento del Ministro Marina Calderone

Secondo Mascini, sarebbe opportuno un intervento della Ministra del Lavoro Marina Calderone per avvicinare le parti. Storicamente, quando una trattativa sindacale si bloccava, il governo fungeva da mediatore, ospitando le delegazioni di sindacati e industriali nella sede del Ministero in via Flavia, a Roma (durante questa legislatura non è mai accaduto).

In questi casi, il Ministro del Lavoro proponeva un ”lodo”, ovvero una soluzione di compromesso basata sui pochi punti di accordo tra le parti. Questo meccanismo permetteva di chiudere le vertenze e raggiungere un’intesa senza ulteriori scioperi. L’intesa si basa innanzitutto sugli incrementi retributivi. Al momento però questa ipotesi non è in agenda, perchè il Governo non sembra intenzionato ad intervenire.

Il rischio di una mediazione al ribasso: addio a 280 euro?

Se il governo intervenisse con un lodo, l’aumento richiesto dai sindacati di 280 euro potrebbe allontanarsi. Le aziende spingono per un incremento inferiore e un compromesso potrebbe tradursi in una cifra più bassa. Per i lavoratori, questo significherebbe un risultato lontano dalle aspettative iniziali. In gioco, ci sarebbe poi la tenuta della clausola di garanzia. Gli equilibri insomma si sposterebbero per il contratto Metalmeccanica Industria, ma anche per il CCNL Piccola-Media Industria o Industria Orafa, che garantisce ogni mese di giugno una verifica in base all’IPCA NEI dell’anno precedente.

La trattativa è ancora aperta e resta da capire se il governo vorrà giocare un ruolo attivo nella sua risoluzione, dopo lo sciopero del 28 marzo.


Foto Credit: DepositoPhotos.com

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