Il rinnovo del contratto dei metalmeccanici è al centro di un duro scontro tra i sindacati, da un lato, e Federmeccanica-Assistal dall’altro. Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil, ha rilasciato dichiarazioni forti a Il Fatto Quotidiano in edicola oggi – giorno dello sciopero nazionale per la riconquista del contratto – denunciando la posizione delle imprese:
“Tutti parlano di bassi salari, ma quando proviamo a farli crescere, le imprese ci dicono che dovremmo rinnovare il contratto senza stabilire gli aumenti, aspettando la roulette russa dell’inflazione”.
Nessun aumento salariale se l’economia cresce?
Uno degli aspetti più controversi della trattativa è la proposta salariale delle imprese: 173 euro complessivi al livello C3, variabili e legati all’IPCA. Insomma, sintetizza De Palma: se l’economia va bene, niente aumenti salariali. Un paradosso, secondo i sindacati, che vedono nei rinnovi contrattuali lo strumento principale per garantire la tutela del potere d’acquisto dei lavoratori e la certezza in ordine agli aumenti percepiti.
“Se l’economia cresce e non c’è inflazione, i salari restano fermi. Se l’inflazione aumenta, allora possiamo recuperare solo una parte del potere d’acquisto perso. Le sembra accettabile?”, accusa De Palma evidenziando che in questo modo i vantaggi solo solo per gli Industriali.
Salari fermi e costo della vita in aumento
La posizione di Federmeccanica e Assistal rischia di pesare sui lavoratori metalmeccanici, che, nonostante gli aumenti di 310 euro in 3 anni, hanno già visto il loro potere d’acquisto eroso dall’inflazione. Senza aumenti contrattuali certi, i salari rischiano di restare bloccati mentre il costo della vita continua a crescere.
Secondo la Fiom, il rinnovo contrattuale deve includere incrementi salariali strutturali, senza dipendere esclusivamente dall’andamento dell’inflazione. “Non è accettabile che il contratto si trasformi in una scommessa sulla congiuntura economica”, dichiara a Il Fatto Quotidiano.
La battaglia sindacale continua
Fim, Fiom e Uilm hanno già organizzato scioperi a partire dallo scorso dicembre per spingere Federmeccanica a riaprire il tavolo delle trattative. Oggi 28 marzo si consumeranno complessivamente 24 ore di sciopero dall’inizio della vertenza. La richiesta è chiara: garantire aumenti salariali certi, indipendentemente dalle fluttuazioni economiche.
Una crisi delle relazioni sindacali di questo tipo non si vedeva dal 1999, quando – poi – intervenne come ‘mediatore’ il Ministro del Lavoro Antonio Bassolino, già sindaco di Napoli. E su un ipotetico intervento del Ministro del Lavoro, attualmente guidato da Marina Calderone, il Segretario Fiom dice la sua:
“Tutte le forze politiche e sociali dovrebbero sostenere i metalmeccanici. Il governo potrebbe favorire il confronto e fare degli atti concreti per supportare la contrattazione. Uno: detassare gli aumenti del contratto nazionale. Due: incentivare la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario”.