Si è svolto il 31 marzo a Bologna un nuovo incontro per il rinnovo del CCNL cooperative metalmeccaniche, scaduto a giugno 2024. Il contratto riguarda soprattutto aziende localizzate in Emilia Romagna, in particolare tra Bologna e Imola, e interessa migliaia di lavoratori.
Mentre il confronto avanza, le trattative per il rinnovo del CCNL Federmeccanica-Assistal e del CCNL Unionmeccanica Confapi restano bloccate. Per questo motivo, il 28 marzo scorso i lavoratori hanno scioperato per chiedere la riapertura di un negoziato fermo oramai da 5 mesi.
Le notizie che arrivano da Bologna, tuttavia, sono molto interessanti anche nell’ottica delle soluzioni negoziali che potranno essere trovate sui tavoli di Federmeccanica e Unionmeccanica.
Tetto IPCA al 4%
Uno dei punti chiave del negoziato, in risposta alla richiesta sindacale di 280 euro di aumento, riguarda la proposta delle Cooperative di:
- un aumento minimo garantito pari al 2% dei minimi contrattuali per ogni anno di vigenza contrattuale (8% se si considera il quadriennio), con un aumento garantito di 175€ sul livello C3 ex 5 liv;
- introdurre un tetto del 4% sull’IPCA-NEI. Gli aumenti salariali fino a questa soglia andrebbero direttamente sui minimi contrattuali. Per la parte eccedente, la soluzione è ancora da definire, poiché l’ipotesi iniziale di trasformarla in welfare non è percorribile, fanno sapere Fim-Fiom-Uilm Nazionali in una nota.
In pratica il salario verrebbe definito in maniera certa (+8%), ma la verifica dell’IPCA NEI a giugno di ogni anno (in base alla clausola di garanzia), potrebbe portare aumenti sui minimi tabellari, solo nel limite del 4%. Il resto verrebbe spostato su altre partite economiche da definire.
EGR a 600 euro
Le cooperative hanno proposto un aumento dell’elemento perequativo – attualmente erogato con il cedolino paga di giugno di ogni anno – a 600 euro, con la possibilità di rivedere le modalità di erogazione per garantire maggiore accessibilità ai lavoratori.
L’elemento di garanzia retributiva spetta solo ai metalmeccanici dipendenti di aziende prive di accordi di II livello.
Altre proposte delle Cooperative
Le proposte delle cooperative includono:
- Un incremento del contributo aziendale per la previdenza complementare al 2,3% per tutti i lavoratori.
- L’introduzione di una polizza Long Term Care (LTC) per rafforzare il sistema sanitario integrativo.
- Un aumento del contributo aziendale di 6 euro mensili (72 euro annui) per sostenere la sanità integrativa.
Welfare a 220 euro
Le cooperative propongono un aumento del valore dei flexible benefit, che passerebbero da 200 a 220 euro annui. Questa misura punta a migliorare il potere d’acquisto dei lavoratori attraverso servizi di welfare aziendale.
35 ore settimanali
Sul tema dell’orario di lavoro i sindacati chiedono la riduzione della settimana lavorativa a 35 ore a parità di salario. Le cooperative non vogliono modifiche a livello nazionale, lasciando margine solo alle contrattazioni aziendali. I sindacati hanno però avanzato la richiesta di una riduzione oraria per i lavoratori impegnati in turni superiori ai 15 settimanali.
Mercato del Lavoro
Si discute sulla limitazione dell’uso dei contratti a termine, in somministrazione e dello staff leasing. Le cooperative propongono un tetto del 18%, ma solo per le aziende con oltre 500 dipendenti. Per le imprese più piccole si valuta un numero fisso invece di una percentuale.
Le trattative continueranno con tre incontri già fissati: 17 aprile, 28 aprile e 5 maggio. Nel frattempo, le organizzazioni sindacali organizzeranno assemblee per informare i lavoratori sullo stato del negoziato.