Nella giornata della proclamazione dello sciopero, ulteriori 8 ore per il mese di aprile, Fim-Fiom-Uilm rilanciano sulle politiche fiscale e sulla perdita salariale a danno dei lavoratori.
A partire da gennaio 2025, molti lavoratori metalmeccanici italiani hanno registrato una riduzione dello stipendio netto mensile. In particolare, coloro che sono inquadrati al livello D2 del CCNL Industria hanno subito una perdita di circa 37 euro al mese. Questo decremento è una conseguenza delle modifiche al sistema di taglio del cuneo fiscale introdotte nella Manovra 2025.
Modifiche al cuneo fiscale e impatto sui salari
In precedenza, il taglio del cuneo fiscale operava attraverso una riduzione dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori. In questo modo i lavoratori potevano ottenere mensilmente fino a circa 160 euro in più ogni mese.
Dal 2025, invece, l’agevolazione è stata trasformata in una detrazione sull’IRPEF, ovvero sull’imposta sul reddito delle persone fisiche. Questo cambiamento ha determinato variazioni significative nelle buste paga dei lavoratori. Secondo un’analisi di TuttoLavoro24.it, i lavoratori metalmeccanici con imponibile fiscale inferiore a 32.000 euro annui sono stati penalizzati dalla nuova modalità di calcolo, con perdite che arrivano fino a 1.093 euro annui per chi ha un reddito di 31.000 euro.
La perdita deriva dal cambio di regime e del passaggio da un sistema fondato sull’agevolazione contributiva ad uno fondato sull’agevolazione fiscale.
Dettaglio delle perdite per Livello di Inquadramento
L’impatto delle nuove misure fiscali varia in base al livello di inquadramento contrattuale e quindi in base al reddito. Chiaro che in questa valutazione pesano elementi economici continuativi e individuali delle retribuzione come gli scatti di anzianità e i superminimi.
Le cifre che i metalmeccanici visualizzano ogni mese in busta paga evidenziano come i lavoratori dei livelli inferiori siano maggiormente colpiti dalle nuove disposizioni fiscali, in particolare chi ha un lordo fino a 2.692 euro. Questo perchè fino al 31 dicembre 2024 accedevano al vantaggio dato dall’esonero contributivo.
I sindacati chiedono la Detassazione degli Aumenti
Di fronte a questa situazione, i sindacati del settore metalmeccanico durante la conferenza stampa di ieri sono tornati nuovamente a sollecitare il Governo a intervenire per detassare gli aumenti contrattuali, garantendo che gli incrementi salariali negoziati col CCNL siano interamente percepiti dai lavoratori. Una norma agevolativa di questo tipo porterebbe una ventata di novità sul tavolo negoziale e creerebbe le condizioni per facilitare l’accordo con Federmeccanica-Assistal e Unionmeccanica.
Michele De Palma, segretario generale della FIOM, ha dichiarato: “Noi chiediamo che gli incrementi salariali vengano riconosciuti interamente ai lavoratori, dunque che si detassino gli aumenti contrattuali”. Una mossa quella dei sindacati, per coinvolgere anche il Governo nella partita dei rinnovi contrattuali. Palazzo Chigi non può essere solo “spettatore” mentre i lavoratori a colpi di ore di sciopero (ad aprile si arriverà a 32 complessive) perdono salario. Occorre che anche la Politica faccia la sua parte.