HomeEvidenzaPignoramento automatico dello Stipendio: NoiPA farà Controlli incrociati. Ecco come funziona

Pignoramento automatico dello Stipendio: NoiPA farà Controlli incrociati. Ecco come funziona

La Legge di Bilancio 2025 introduce importanti novità in materia di riscossione coattiva dei debiti verso la Pubblica Amministrazione. Dal 2026, infatti, scatterà il Pignoramento automatico dello Stipendio per i dipendenti pubblici con redditi netti superiori a 2.500 euro mensili e debiti erariali superiori a 5.000 euro. La gestione operativa sarà affidata a NoiPA. Vediamo nel dettaglio come funzionerà questo meccanismo, le sue basi normative e le implicazioni per i lavoratori pubblici.

La novità nella Legge di Bilancio 2025: automatismo e soglie

Il cuore della riforma contenuta nella Legge di Bilancio 2025 (commi 84-86) è l’automatizzazione del pignoramento dello stipendio per i dipendenti pubblici che risultano inadempienti verso l’Agenzia delle Entrate, Comuni o altre amministrazioni pubbliche.

A chi si applica?

  • Ai lavoratori pubblici il cui stipendio netto mensile supera i 2.500 euro.
  • Ai debitori con pendenze superiori a 5.000 euro nei confronti di enti pubblici, incluse imposte, multe e altre somme iscritte a ruolo.

Quando entra in vigore?
Nonostante l’approvazione nel 2025, la norma entrerà in vigore nel 2026 per consentire l’adeguamento dei sistemi informatici, in particolare di NoiPA, che dovrà effettuare i controlli incrociati con i dati dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Come funziona il controllo e il blocco dello stipendio

Il sistema NoiPA gestisce ogni mese circa 2,7 milioni di stipendi di dipendenti pubblici. Con l’entrata in vigore della norma, il sistema sarà tenuto ad effettuare verifiche mensili per ogni singolo dipendente, incrociando i dati con l’Agenzia Entrate Riscossione.

In caso di erogazione di arretrati, saranno gli uffici di trattamento economico a dover verificare l’eventuale presenza di debiti. La verifica avviene tramite un portale dedicato: si inserisce il codice fiscale e l’importo netto liquidato. Il portale restituisce:

  • Una liberatoria, se non ci sono debiti pendenti.
  • Una sospensione dell’erogazione, se risultano pendenze, in attesa dell’atto formale di pignoramento da parte dell’Agenzia Entrate Riscossione.

Il quadro normativo: DPR 180/1950 e limiti al pignoramento

La disciplina generale del pignoramento dello stipendio è contenuta nel D.P.R. n. 180 del 5 gennaio 1950, una norma storica che regola da decenni le trattenute sul trattamento economico dei dipendenti pubblici. All’art. 1 viene affermato il principio generale dell’impignorabilità dello stipendio, salvo alcune eccezioni.

Eccezioni previste dall’art. 2 del DPR 180/1950:

  • Un terzo dello stipendio per alimenti dovuti per legge.
  • Un quinto per debiti verso lo Stato.
  • Un quinto per tributi dovuti allo Stato.

Se vi è concorso tra più cause di pignoramento, la soglia massima complessiva è del 50% dello stipendio netto.

Notifica del pignoramento:
L’atto deve essere notificato:

  • Alle Ragionerie Territoriali dello Stato per il personale scolastico e degli uffici periferici.
  • Agli uffici centrali dei Ministeri per i lavoratori delle funzioni centrali.

Una volta ricevuto l’atto, l’ufficio compila la “dichiarazione del terzo”, ovvero il calcolo dettagliato del trattamento economico, e determina l’importo pignorabile.

Come si calcola il quinto pignorabile e gli errori più comuni

Il calcolo del quinto pignorabile è semplice ma fondamentale:

Schema di calcolo del quinto pignorabile:

VoceImporto (€)
Stipendio lordo3.200,00
IRPEF700,00
Stipendio netto (imponibile)2.500,00
Quinto pignorabile (2.500 / 5)500,00
Il pignoramento viene calcolato sull’importo netto al netto dell’IRPEF, non su altri eventuali contributi o trattenute volontarie.

Gli errori comuni da evitare

  • Cessione del quinto non blocca il pignoramento. Molti lavoratori pensano che, avendo già impegnato il quinto per un prestito, il pignoramento non possa essere eseguito. Falso: il pignoramento coesiste con la cessione, purché non venga superata la metà dello stipendio.
  • Deleghe di pagamento non proteggono dal pignoramento. Alcuni lavoratori ricorrono a un prestito su delega per occupare un secondo quinto. Tuttavia, in presenza di un pignoramento, il prestito su delega può essere ridotto per garantire il diritto del creditore a trattenere la quota prevista per legge.
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