Dopo settimane di silenzio e la proclamazione da parte di Fim, Fiom e Uilm di 8 ore di sciopero nel mese di aprile, arriva la terza presa di posizione pubblica da parte di Federmeccanica nel giro di una settimana. Nei giorni scorsi il comunicato congiunto con Assistal e l’intervista al Presidente Visentin avevano riaperto il dibattito attorno al rinnovo del CCNL che porta un ritardo di 9 mesi.
Intervistato da Rainews, durante la rubrica Economia24, il Direttore Generale Stefano Franchi ha dichiarato ha rilasciamo importanti dichiarazioni. “Noi il contratto lo vogliamo rinnovare”, ha detto, ribadendo il valore del modello contrattuale vigente, che garantisce la piena tutela dei salari dall’inflazione e permette una redistribuzione della ricchezza nei luoghi dove viene prodotta. Ma vediamo gli altri dettagli delle sue parole.
La trattativa è ferma, ma Franchi non apre
Alla domanda su una possibile ripresa del confronto con i sindacati, Franchi ha risposto: “Non le abbiamo rotte noi le trattative, quindi non lo deve chiedere a me.” Un’affermazione che non lascia intravedere alcuna intenzione concreta di rilanciare il tavolo negoziale.
Eppure, come parte direttamente coinvolta nel rinnovo del CCNL metalmeccanici industria – dopo 5 mesi di stop del negoziato – sarebbe proprio Federmeccanica a dover fare il primo passo in una fase delicata come questa, segnata da una mobilitazione nazionale già avviata e in costante crescita.
Ha poi aggiunto:
“Sul contratto non ci nascondiamo dietro la crisi, dietro le difficoltà, lo ripetiamo: noi il contratto lo vogliamo rinnovare. Riteniamo che ci sia un modello che va preservato, che ha consentito ai lavoratori di avere una protezione totale rispetto all’inflazione. La garanzia dell’inflazione da un lato, dall’altro la redistribuzione della ricchezza laddove si genera e dove viene prodotta”.
Gli industriali provano a recuperare spazio nel dibattito
Dopo che la scena mediatica è stata occupata per settimane dalle sigle sindacali, che hanno proclamato lo sciopero fino a 32 ore e lanciato appelli pubblici a riaprire la trattativa, le apparizioni mediatiche di Federmeccanica sembrano anche finalizzate a recuperare visibilità in vista di un’apertura vera al confronto, che però non appare immediata.
Una posizione attendista che rischia però – nel lungo periodo – di isolare Federmeccanica, visto che – come hanno ricordato i sindacati nella conferenza stampa del 7 aprile – diverse aziende e associazioni territoriali hanno già espresso disponibilità a tornare al tavolo. Insomma le aziende associate sarebbero di tutt’altra opinione, secondo i sindacati.
L’importanza di un segnale concreto da parte di Federmeccanica
La stringatezza della dichiarazione di Franchi e il tono poco incline alla mediazione potrebbero alimentare ulteriori tensioni. Con scioperi già in corso in molte province – come a Livorno e Bologna – servirebbe un’iniziativa chiara da parte delle controparti datoriali per scongiurare un inasprimento del conflitto. Anche perché, come sottolineato dai sindacati, il malcontento cresce e il consenso tra i lavoratori è alto, nonostante Federmeccanica e Assistal abbiano parlato di un’adesione inferiore al 30% nello sciopero nazionale del 28 marzo, dato che le sigle contestano apertamente.
Foto Credit: RAI