Il Decreto Legge 25/2025 ha portato nuova linfa alle Retribuzioni dei Dipendenti Pubblici centrali, ma ha anche evidenziato una criticità profonda: la crescente disparità tra i comparti, in particolare tra le amministrazioni centrali e gli enti locali. Mentre i ministeri vedono aumenti significativi grazie a fondi straordinari, Comuni, Province e Regioni lottano con budget risicati e vincoli normativi, spingendo migliaia di dipendenti verso l’abbandono o a chiedere il trasferimento. Il più delle volte verso le Funzioni Centrali.
DL 25/2025: incentivi e risorse per la PA centrale
Con l’adozione del Decreto Legge 25 del 14 marzo 2025, il Governo ha avviato una serie di misure mirate al rafforzamento delle pubbliche amministrazioni, prevedendo fondi integrativi per alcune categorie di dipendenti pubblici. L’obiettivo è duplice: migliorare l’efficienza amministrativa e rendere più attrattive le carriere pubbliche.
Tra i provvedimenti più significativi si segnalano:
- 190 milioni di euro annui dal 2025 per il personale dei ministeri e della Presidenza del Consiglio, destinati alla retribuzione accessoria (premi, incentivi, progressioni).
- 2 milioni annui per il personale diplomatico (MAECI) per adeguamenti retributivi.
- 5,4 milioni nel 2025 e 5 nel 2026 per arretrati al personale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
- Un forte intervento anche nella scuola, con 20 milioni nel 2025 e 50 milioni annui dal 2026 al 2029 per l’introduzione dell’assicurazione sanitaria integrativa.
Questi investimenti si traducono in un incremento medio del 3,15% per i dipendenti dei ministeri e dell’1,66% per l’intero comparto pubblico, da sommarsi al 6% già previsto dai rinnovi contrattuali.
Lo squilibrio retributivo: una frattura tra centro e periferia
Nonostante le buone intenzioni del DL 25/2025, il rapporto ARAN ha messo in luce una verità purtroppo scomoda: la forbice retributiva tra i comparti si allarga, in particolare a sfavore degli enti locali. L’analisi comparativa mostra infatti nel periodo di 9 anni, tre tornate contrattuali:
Comparto | Aumento 2019–2027 | Risorse Aggiuntive | Aumento Mensile Medio |
---|---|---|---|
Funzioni Centrali | +20,43% | Sì (DL 25/2025) | +562 € |
Servizio Sanitario Nazionale | +21% | Sì | +530 € |
Istruzione e Ricerca | +16,57% | Parziali (0,98%) | +400 € |
Enti Locali | +16,68% | No | +395 € |
La mancanza di risorse aggiuntive per Comuni e Regioni si traduce in un gap di circa 170 euro al mese rispetto alle amministrazioni centrali. Le conseguenze sono visibili: secondo dati IFEL, ogni anno circa 16.000 dipendenti lasciano i Comuni, attratti da stipendi più alti nel resto della PA.
Verso uno sblocco ‘selettivo’ per gli Enti locali
Un’importante novità arriva da Il Sole 24 Ore, che il 12 aprile 2025 ha anticipato i lavori in corso tra Ministero dell’Economia e Funzione Pubblica per introdurre uno sblocco selettivo dei fondi integrativi negli enti locali. L’intervento, attualmente in discussione in Parlamento durante l’esame del DL 25/2025, punta a superare il vincolo del 2016 che limita le risorse decentrate – quelle destinate a straordinari, incentivi e progressioni interne.
Il correttivo non comporterà oneri aggiuntivi per lo Stato, ma consentirà agli enti virtuosi, con bilanci in equilibrio, di riattivare leve economiche interne. Tuttavia, resteranno escluse le amministrazioni in dissesto o in piano di riequilibrio.
Il ministro per la PA Paolo Zangrillo ha definito la misura “urgente e necessaria”, soprattutto per frenare l’emorragia di personale e sostenere l’attuazione del PNRR. Senza questo intervento, il rischio è quello di un effetto domino: meno personale qualificato nei territori, meno efficienza nei servizi, meno competitività nel settore pubblico locale.
Le proposte ARAN: verso un riequilibrio strutturale
Il rapporto ARAN – presentato in audizione parlamentare – ha formulato alcune proposte chiave per sanare le disuguaglianze:
- Superare il tetto al trattamento accessorio per gli enti locali (art. 23 del d.lgs. 75/2017), ritenuto un ostacolo ormai anacronistico.
- Introdurre maggiore flessibilità contrattuale, permettendo agli enti di offrire condizioni più competitive.
- Allineare gli interventi alle regole UE, tenendo conto dei nuovi vincoli del Patto di Stabilità e della spesa primaria netta.
L’introduzione dell’Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC) nel 2025, con un’aliquota iniziale dello 0,6% (che salirà all’1% da giugno), rappresenta un piccolo ma importante passo avanti verso una maggiore equità.
Tuttavia, la sostenibilità di questi meccanismi dipenderà da un quadro macroeconomico favorevole e da una vera programmazione pluriennale delle risorse, come previsto dai 20 miliardi stanziati per i rinnovi 2022–2027 e dagli 11 miliardi ipotizzati per il triennio 2028–2030.
Tabella Riassuntiva – Misure Principali del DL 25/2025
Misura | Destinatari | Risorse Stanziate |
---|---|---|
Fondo per Ministeri e Presidenza | Dipendenti centrali | 190 milioni €/anno (dal 2025) |
Incremento Agenzia Gioventù | Agenzia Italiana per la Gioventù | +90.000 €/anno |
Arretrati Ispettorato del Lavoro | Personale INL | 5,4 mln (2025), 5 mln (2026) |
Adeguamento diplomatici | Personale MAECI | 2 mln/anno (dal 2025) |
Assicurazione sanitaria scuola | Personale scolastico | 20 mln (2025), 50 mln (2026–2029) |
Sblocco selettivo fondi enti locali | Comuni, Province, Regioni | A carico dei bilanci locali |