Il tempo impiegato dagli infermieri per la vestizione e la svestizione del camice, così come per il passaggio di consegne, deve essere considerato a tutti gli effetti orario di lavoro retribuito. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione.
Questa decisione rafforza la tutela dei diritti del personale sanitario, riconoscendo l’importanza di queste attività preparatorie nell’ambito della prestazione lavorativa.
Vestizione e svestizione degli infermieri è orario di lavoro
Già nel 2023, con l’ordinanza n. 25477 del 31 agosto, la Suprema Corte aveva stabilito che le operazioni di vestizione e svestizione, quando imposte dal datore di lavoro per motivi igienici e di sicurezza, devono essere retribuite. È quindi il caso degli infermieri e del personale sanitario in generale.
Allo stesso modo, è parte integrante della prestazione lavorativa anche il tempo dedicato al passaggio di consegne tra turni, essenziale per garantire la continuità assistenziale e la presa in carico del paziente.
L’ultima decisione in tal senso è stata presa dal Tribunale di Ivrea, che lo scorso 9 aprile ha condannato l’Asl TO4 a risarcire quattro dipendenti dell’azienda sanitaria.
Il ricorso era stato presentato dal sindacato degli infermieri Nursing Up, che accoglie con piacere la decisione dei giudici. Ne dà notizia tramite i social:

La pronuncia del Tribunale di Ivrea ha un impatto significativo sul personale sanitario, in particolare sugli infermieri, che spesso dedicano tempo extra alle attività di preparazione e transizione tra i turni. Il riconoscimento di questi tempi come orario di lavoro retribuito rappresenta un passo avanti nella valorizzazione del loro impegno e nella tutela dei loro diritti lavorativi.
A quanto ammonta il risarcimento per gli infermieri
Come detto, le sentenze hanno condannato l’ASL TO4 al pagamento delle differenze retributive per il tempo dedicato ai cambi di divisa, oltre agli interessi e alle spese legali.
“Le somme riconosciute variano in base agli anni di servizio presi in considerazione nei procedimenti“, fa sapere Nursing Up. “Alcuni lavoratori hanno ottenuto risarcimenti significativi. Gli altri, invece, legati a periodi più brevi, avranno somme proporzionate“.
A marzo 2024, per esempio, gli infermieri dell’Azienda Ospedaliera Moscati (Avellino) hanno ricevuto circa 4.500 euro ciascuno di risarcimento per il riconoscimento dei tempi di vestizione e per i passaggi di consegne. Il risarcimento per gli infermieri piemontesi potrebbe quindi aggirarsi su questa cifra.
Il tempo tuta per i metalmeccanici
Il riconoscimento del tempo di vestizione e svestizione come orario di lavoro retribuito non riguarda esclusivamente il settore sanitario, ma si estende anche ad altri ambiti, come quello metalmeccanico.
Gli operai sono spesso tenuti a indossare indumenti specifici, come tute da lavoro o dispositivi di protezione individuale per garantire la sicurezza e l’igiene sul posto di lavoro. La giurisprudenza ha affrontato la questione del “tempo tuta”, ovvero il periodo dedicato alla vestizione e svestizione, stabilendo che esso può essere considerato orario di lavoro retribuito se l’azienda impone tempi, modi e luoghi specifici per la vestizione. Pertanto, quel tempo deve essere incluso nel cedolino paga.