Il 30 aprile si è conclusa la l’ultima fase di mobilitazione dei metalmeccanici, che – stando alle ultime dichiarazioni sindacali – riprenderà già a maggio, con nuove iniziative sociali e di protesta. L’ultima giornata di sciopero ha registrato altissime adesioni e presidi davanti a decine di stabilimenti. Ma non sono mancati episodi gravi, che hanno fatto salire la tensione.
Carabinieri in fabbrica e intimidazioni aziendali
Alla vigilia dello sciopero, due episodi hanno preoccupato le organizzazioni sindacali. Nello stabilimento delle Acciaierie Venete di Dolcè, i carabinieri sono entrati e hanno identificato due delegati sindacali. Un intervento che i rappresentanti dei lavoratori definiscono “inaspettato e inquietante”.
Alla Ferroli di San Bonifacio, invece, i sindacati denunciano “iniziative aziendali intimidatorie” contro i lavoratori che stavano preparando la mobilitazione.
Gli Industriali: pronti a firmare
Durante lo sciopero, è arrivata anche la dichiarazione di Massimo Greggio, presidente della sezione metalmeccanici di Confindustria locale, secondo cui Federmeccanica sarebbe pronta a firmare il nuovo contratto collettivo nazionale.
Una presa di posizione che i sindacati contestano duramente: «Greggio non dice che rifiutano ogni confronto sulla piattaforma votata dai lavoratori. Loro vogliono imporre la loro, fondata su welfare e bonus una tantum, senza aumenti reali», affermano i segretari generali veronesi di Fim, Fiom e Uilm.
Una posizione che appare non in linea con quanto sostenuto finora da Federmeccanica nazionale, che ha sempre messo al centro la proposta di riforma del CCNL nell’ottica ESG con un documento che stravolge la piattaforma sindacale.
“Gli utili ci sono, ma i salari restano fermi”
Il punto più critico è quello economico. I sindacati parlano chiaro:
«Dire che non possono permettersi aumenti è una menzogna spudorata».
«Noi abbiamo studiato i bilanci e gli utili ci sono – spiegano –. Questo vittimismo è offensivo verso chi non arriva a fine mese. Loro distribuiscono stipendi milionari ai dirigenti, ma ai lavoratori vogliono dare solo qualche buono o prestazione una tantum».
“Sul salario c’è poco da contrattare – rilanciano i sindacati – , non possono fermarsi alla sola inflazione, il costo della vita necessita di aumenti e visto che gli utili ci sono, gli aumenti di stipendio per i lavoratori e le lavoratrici non possono essere negati. Asserire che gli industriali di Federmeccanica non possono permettersi altro che qualche centinaia di euro in welfare, magari una tantum, è mentire spudoratamente sapendo di farlo”.
Sul tema della formazione, infine, le organizzazioni sindacali precisano che i fondi comuni sono bloccati solo per decisione politica, ma nulla vieta alle imprese di investire autonomamente, se davvero lo volessero.
Presidi in decine di fabbriche, adesioni altissime
La protesta ha coinvolto Prima Power, Littelfuse, Everel, Manni, Alfa Laval, Pedrollo, Fincantieri, Uteco, Comac, Franke, Isopan e molti altri siti produttivi, con adesioni che in alcuni casi hanno toccato il 100%. Una mobilitazione che mostra una base determinata e pronta a tornare in piazza.
A Maggio ancora Sciopero: la conferma
Proprio il 1° maggio, la Fiom-Cgil nazionale ha confermato che Federmeccanica e Assistal non hanno alcuna intenzione di riaprire il negoziato per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Lo ha fatto con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook, smentendo così le dichiarazioni di chi, a livello territoriale, parla di disponibilità a firmare. Per la Fiom è chiaro: il rinnovo del contratto si conquista con lo sciopero.
