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Meloni dice che gli Stipendi Crescono. “Ai Docenti -120 Euro Netti: la Verità in Questi 2 Cedolini”

Giorgia Meloni, nel suo messaggio per il 1° maggio, ha annunciato con orgoglio che «le famiglie stanno progressivamente recuperando il loro potere d’acquisto» e che i salari «crescono più che nel resto d’Europa». Ma basta guardare tre buste paga consecutive per accorgersi che la realtà quotidiana dei lavoratori pubblici racconta una storia ben diversa.

Il caso analizzato riguarda una docente del Ministero dell’Istruzione che, da ottobre 2023 ad aprile 2025, ha visto diminuire il proprio stipendio netto mensile di oltre 120 euro.

Il netto in discesa: da 1.612 euro a 1.489

Confrontando i cedolini allegati – tutti relativi alla stessa persona, allo stesso profilo lavorativo, e con competenze base praticamente invariate – si nota che lo stipendio netto è calato visibilmente:

MeseCompetenze Totali (€)Ritenute Totali (€)Netto (€)
Ottobre 20232.096,60484,571.612,03
Aprile 20242.098,24564,081.534,16
Aprile 20252.031,29542,201.489,09

Nonostante un lieve aumento nelle voci retributive lorde (come l’“Indennità Vacanza Contrattuale” o un anticipo CCNL), l’incremento delle trattenute fiscali e previdenziali ha inciso in maniera drastica sul netto percepito.

Questo lo stipendio del mese di ottobre 2023 con un netto di 1.612,03 euro.

Ad aprile 2024, lo stipendio si era ridotto a 1.534,24.

Ad aprile 2025, lo stipendio di questa giovane insegnante calabrese è sceso sotto i 1.500 euro.

Più tasse, stessi stipendi: l’inganno dell’aumento apparente

Il confronto evidenzia che, pur a fronte di voci lorde quasi identiche, le ritenute sono cresciute significativamente:

  • Ottobre 2023: Ritenute totali €484,57
  • Aprile 2025: Ritenute totali €542,20

Il lavoratore ha quindi perso oltre 120 euro netti al mese rispetto a ottobre 2023. Ma il paradosso è che nella retribuzione di aprile 2025 è incluso persino un “anticipo rinnovo CCNL” da €58,89, che dovrebbe servire ad “aumentare” lo stipendio. In sua assenza, il calo netto sarebbe stato ancora più grave.

La retorica governativa sotto la lente

Nel suo video, Meloni parla di un’“inversione di tendenza”, ma i dati oggettivi indicano che il potere d’acquisto si sta erodendo, non recuperando. A fronte di una lieve stabilità delle competenze lorde, le trattenute fiscali hanno subito un incremento progressivo, anche a causa dei conguagli Irpef e delle addizionali regionali/comunali.

Questo dimostra che la “narrativa del recupero salariale” è, almeno per i dipendenti pubblici, una illusione retorica. E il caso esaminato – una docente, figura emblematica del pubblico impiego – è tutto fuorché un’eccezione.

Dignità salariale ancora lontana: il 1° maggio non basta

Il 1° maggio è stato dedicato alla sicurezza sul lavoro, ma il tema della retribuzione dignitosa è altrettanto cruciale. Se il governo vuole davvero trasformare l’Italia in una “Repubblica fondata sul lavoro”, non può continuare a spacciare come successi aumenti che, al netto, risultano inesistenti o addirittura negativi.

Il lavoratore non guarda al lordo, ma a ciò che entra sul conto corrente. E quando quel numero cala mese dopo mese, ogni narrazione ottimista si scontra con la realtà.

Tabella riepilogativa dei cedolini

VoceOttobre 2023Aprile 2024Aprile 2025
Competenze lorde (€)2.096,602.098,242.031,29
Ritenute totali (€)484,57564,08542,20
Netto in busta (€)1.612,031.534,161.489,09
Variazione vs Ott. 2023 (€)-77,87-122,94
IRPEF progressiva (€)413,00398,13413,77
Addizionali locali (€)0,0069,8469,88

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